INCONTRO SUL GRANDE ARCHITETTO

Il Lions S. Marco celebra Adalberto Libera

ROVERETO. Restano soltanto pochi giorni per iscriversi al corso di fotografia tenuto dal fotografo roveretano Paolo Aldi. Si tratta di un corso in cinque lezioni di due ore ciascuna con cadenza...



ROVERETO. Inventava forme nuove che non ricalcavano l’esistente, aveva un suo universo capace di coniugare la modernità con la retorica monumentale del fascismo, scopriva connessioni inedite tra l’architettura e la scienza della costruzioni. Adalberto Libera fu tra i più grandi protagonisti del rinnovamento dell’architettura italiana.

Il Lions San Marco, nella figura del suo presidente Loris Sartori, ha invitato le assessore della Comunità della Vallagarina Marta Baldessarini, di Villa Lagarina Serena Giordani e l’architetto Giovanni Marzari che ha illustrato la storia e l’opera del grande architetto. A Libera, che nacque a Villa Lagarina esattamente 100 anni fa, il Lions Rovereto San Marco insieme al Comune di Villa e la Comunità della Vallagarina ha dedicato una serie di iniziative, tra cui la registrazione di una conversazione tra l’architetto Giovanni Marzari e l’architetto Gian Leo Salvotti che è stata inserita nell’archivio dedicato a Libera di proprietà della Filmwork e una mostra che si è svolta nell’estate di quest’anno “Adalberto Libera-Archivi Digitali” che consta dei materiali girati nel 2003 per il film documentario "Libera: memoria di un architetto moderno 1903-2003". Si tratta di circa quattro ore di interviste dove Gabriele Basilico, Bernardo Bertolucci, Giorgio Ciucci, Massimiliano Fuksas, Giovanni Marzari, Paolo Nicoloso, Lisa Ponti, Sergio Poretti, Franco Purini, Vittorio Savi e Jeffrey T. Schnapp parlano, ognuno in base alla propria competenza, di Libera. L’obiettivo è quello di valorizzare la figura di Libera rendendo questi archivi accessibili al maggior numero di persone possibile, scuole comprese.

Nel corso della serata l’architetto Marzari ha tratteggiato vita, opere e pensiero di Libera, raccontando i suoi esordi, quando ancora studente entrò a far parte del Gruppo 7 (con Terragni, Figini, Pollini, Rava, Frette, Larco e Castagnoli) prendendo parte attiva alla stesura del Manifesto del razionalismo italiano. Libera non visse a lungo ma la sua opera attraversa e incide nella storia italiana con costruzioni di grande potenza nella quali l’architetto fa un uso di qualità dello spazio, dimostra d’essere esperto della materia e di tendere con rigore e lucidità ad una architettura sinceramente moderna.













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