Il freddo svuota i rifugi E tutti scappano in città

I gestori: «La temperatura a mezzogiorno è scesa a 8 gradi e sono spariti tutti Italiani schiavi delle previsioni, ma la montagna è bella anche senza sole»


di Luca Marognoli


TRENTO. Potenza del meteo: bastano qualche goccia di pioggia e una manciata di gradi in meno che i turisti migrano a frotte dalla montagna al fondovalle. Con i rifugi che si svuotano, le strade della regione che si intasano e la città che si riempie. È accaduto ieri e - stando alle previsioni - lo stesso avverrà nei prossimi giorni, con un miglioramento atteso da giovedì ma temperature massime che domani scenderanno a 20 gradi per risalire il giorno dopo ma non oltre i 25.

Emanuele Alimonta, dell’omonimo rifugio di Campiglio, a quota 2580 metri, sospira: «Se continua così iniziamo a preoccuparci. Avevamo 8 gradi a mezzogiorno, mentre prima si arrivava anche a 22, e non possiamo sperare più di tanto per questa settimana, che purtroppo è quella in cui dovremmo lavorare di più». Fortuna che la pietra di paragone è la pessima stagione 2014: «Bastava poco perché fosse migliore. Siamo a livelli un po' più bassi di due anni fa, ma è andata piuttosto bene. Rispetto al 2013 c’è stato un piccolo calo di tedeschi, un leggero aumento di olandesi e francesi, mentre gli italiani mancano soprattutto il sabato sera, quando gli stranieri se ne vanno. E la gente è diventata sempre più maleducata: abbiamo scoperto che prenota in più rifugi e poi neanche chiama per disdire. Noi abbiamo 94 posti e per questo malcostume, diffusosi negli ultimi anni, ogni giorno perdiamo 10 o 20 ospiti».

Le previsioni sono sempre un tallone d’Achille: «Sbagliano molto purtroppo», continua Emanuele Alimonta, figlio del presidente dei rifugisti trentini Ezio. «Danno acqua e magari non scende una goccia. In più la gente non sa leggere il meteo: se si guarda ora per ora invece che le tabelle riassuntive, la gita si può fare lo stesso. C'è chi disdice una settimana prima perché dicono che arriva il brutto tempo. Ma spesso basta munirsi di giacca a vento e ombrello: i panorami sono belli anche con le nebbie. Gli stranieri vengono lo stesso: grazie a loro l'anno scorso siamo riusciti a pagarci le spese...».

Al rifugio Antermoia, 2496 metri nel Comune di Mazzin di Fassa, confermano la situazione: «Il tempo è cambiato decisamente e automaticamente il passaggio è calato a zero, da tre giorni», dice il gestore Almo Gianbisi. «Noi stiamo ristrutturando e abbiamo solo una ventina di posti, riempiti alla metà dagli operai. Ma pur essendo in una struttura provvisoria è andata meglio dell’anno passato. Nei giorni scorsi abbiamo lavorato discretamente. Le temperature? Siamo sui 5-6 gradi: di solito quando cambia il tempo in agosto va anche sotto zero, ma sta continuando a piovere».

Non cambia il quadro se ci spostiamo al Pedrotti di Molveno, 2490 metri, 120 posti letto più altri 30 nel sottostante rifugio alla Tosa. «Non ci lamentiamo: è stata una bella stagione, come due anni fa», esordisce Sandra Nicolini, che gestisce la struttura. «Abbiamo avuto 8 gradi al mattino e un po' di pioggerellina. Gli italiani hanno paura, stanno sempre a guardare il meteo su internet: anche sabato le previsioni erano orrende ma ha piovuto alle 17. Hanno disdetto tutti... Gli stranieri invece si mettono la giacca e vanno: il temporale pomeridiano sulle Alpi c'è sempre stato». Il rifugio ha avuto problemi di approvvigionamento idrico: «Abbiamo dovuto tirare un tubo di 3 chilometri verso una seconda sorgente, alla Tosa. Mai successo in 5 anni che finisse l'acqua a luglio...».

Sulle Pale di San Martino, al rifugio Rosetta (2581 metri), la temperatura è sugli 8-10 gradi. «Nella norma», dice Roberta Secco, gestore. Che non nasconde la sua preoccupazione per i prossimi giorni. «Bisogna recuperare quanto perso l'anno scorso e dieci giorni molto buoni non bastano. Ne abbiamo avuti due di pioggia e sono spariti tutti... anche se è un brutto tempo accettabile: con la giacca a vento vai dove vuoi». Anni fa non c’era questa meteo-dipendenza: «Sabato da 80 prenotazioni siamo passati ad averne 18. Le previsioni? È una cosa risaputa: tutti ormai le guardano. Ma la pioggia il pomeriggio ci sta in montagna: si deve partire presto, non all'una del pomeriggio».













Scuola & Ricerca

In primo piano