Il Forum per la pace soffre: associazioni scese da 60 a 40 

Calo di un terzo rispetto alla passata legislatura, favorito dal clima politico  Il presidente Pilati: «Aderire è importante come non mai, in rete si è più forti» 


di Francesca Quattromani


TRENTO. Sono in calo le associazioni iscritte al Forum per la pace e i Diritti Umani, in Trentino. Nella passata legislatura erano 60, all’inizio di questa sono 40. Lo sono in quello che il presidente del Forum, Massimiliano Pilati, definisce uno step. «Ad ogni legislatura le associazioni iscritte al Form decadono, devono iscriversi nuovamente. C’era tempo fino al 20 dicembre, in questa fase 40 sono le associazioni iscritte, dopo l’assemblea le iscrizioni saranno riaperte». Sarà il presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder a fissare la data, che dovrebbe cadere nel mese di marzo.

Tornando al calo degli iscritti, Pilati dice che sì, si risente dell’attuale clima politico. A parlare però è il ruolo che riveste, che è apolitico. «Abbiamo cercato di dire che era importante come non mai aderire al forum. Abbiamo cercato di far lavorare in rete le associazioni, non con tutte ci siamo riusciti». Eppure, una qualche relazione con il cambio politico si potrebbe ipotizzare. «Non c’è una risposta certa - risponde Pilati - per come sono fatto io mi verrebbe da dire che se ho un timore sto meglio in rete, con altri. Secondo me, avrebbero dovuto aderire in numero maggiore. Probabilmente non tutti hanno colto la necessità, che non è solo legata a che colore di giunta ci sia in questo momento. Forse non tutti hanno colto che i tempi sono quelli di dover lavorare in rete sui nostri temi; la difesa dei diritti umani sarà sempre più fondamentale. Non ce ne stiamo forse rendendo abbastanza conto, in Italia».

Per il Forum, l’espressione di un dissenso è un dovere istituzionale. Il Forum è infatti una strana forma di rete. «È un organismo provinciale, un caso unico in Italia, un ibrido. È sì una rete di associazioni ma del Forum fanno parte anche le istituzioni, la stessa giunta e il consiglio provinciale». La mission stessa del Forum, prosegue Pilati, la detta la legge provinciale. «Il Forum esiste perché c’è una legge provinciale del giugno 1991 la quale dice che il Trentino è un territorio che si occupa di pace e di diritti umani». Per questo è stato istituito un organismo incardinato nel Consiglio provinciale. Nella legge si dice anche cosa il Forum deve fare: informare, formare, promuovere iniziative nelle scuole, promuovere studi sui temi inerenti pace, integrazione, alternative ai conflitti umani, trattando temi macro ma anche quelli più vicini al territorio». Non c’è pretesa di risoluzione. Il Forum vuole essere uno strumento di supporto, formativo e informativo.

Nel 2015 venne fatta una indagine nelle scuole, le quarte superiori, con un questionario. I giovani, a livello statistico, si dimostrarono molto preparati ed attenti ai temi dell’accoglienza dei migranti. Il “diverso” si dimostrò un concetto superato, soprattutto nelle scuole. Radici forti. «Anche se lo sono devono avere un buon nutrimento- nota Pilati- se si respirano altri climi, non positivi, le cose possono cambiare». Il Forum non fa politica, ma rispetto ad alcune scelte c’è preoccupazione e questa verrà espressa, dato che l’organismo è anche strumento di stimolo culturale. «In merito alla polemica sui progetti di educazione alla parità di genere stiamo preparando una lettera- chiude Pilati- Sono utili perché portano maggior consapevolezza ai ragazzi. Non ci interessa portare verità o inculcare nulla, ma dare un piccolo contributo per far crescere cittadini consapevoli. Ognuno sceglierà poi ciò che crede. Accoglienza non è solo migranti ma essere disposti all’altro».













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