la polemica

Il "doppio volto" di Salvini: prima la felpa tirolese, poi il cappello degli Alpini

Il leader della Lega a Pinzolo prima sfoggia la maglia che inneggia alla separazione dell'Alto Adige dall'Italia e poi sventola il simbolo degli Alpini citando la loro preghiera, la difesa dei confini "e della nostra civiltà"


Luca Pianesi


PINZOLO. Prima la felpa che inneggia alla separazione dell'Alto Adige dall'Italia, poi il cappello piumato degli Alpini che durante la Prima guerra mondiale hanno combattuto proprio per unire Trentino-AltoAdige al Bel Paese. A Pinzolo, negli scorsi giorni, s'è visto un Matteo Salvini "per tutte le stagioni". Prima ha sfoggiato orgoglioso la maglia "tormentone in Alto Adige" che inneggia fedeltà alla patria tirolese con impresso il verso «dem Land Tirol die Treue»: l’inno tirolese al centro di un caso sollevato dalla destra tedesca in Alto Adige, perché una scuola di Lana avrebbe vietato a un ragazzo l’uso della maglietta. Quella maglietta, distribuita dalla destra secessionista sudtirolese, che è infatti è un esplicito invito alla separazione dell'Alto Adige dall'Italia.

Poi, però, in serata sul palco di Pinzolo in compagnia di Fugatti e Divina ha strappato applausi sventolando il cappello degli Alpini e con questa (più che condivisibile) considerazione: "Settimana scorsa in una chiesa tra Treviso e Belluno il parroco ha vietato agli alpini di recitare la preghiera dell'alpino (e pronto il senatore Divina alla sua sinistra gli ha passato il cappello piumato ndr.) perché parla di difesa dei confini e difesa della nostra civiltà e settimana scorsa abbiamo visto un capoclan seppellito con tutti gli onori, con gli elicotteri e con le carrozze da un altro parroco. Tenete gli alpini in chiesa - ha concluso Salvini - non i mafiosi. I mafiosi devono stare fuori dalla chiesa".













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