Il «bollino blu» fa ridere gli esercenti

Non piace la proposta di Equitalia per distinguere chi paga le tasse


Robert Tosin


TRENTO. Scartata. Anzi, classificata proprio come una battuta nemmeno tanto felice. L'idea del direttore di Equitalia, Attilio Befera, di marchiare col bollino blu i commercianti ed esercenti che pagano le tasse non piace a nessuno. Anzi, qualcuno la trova pure offensiva, perché, viceversa, finirebbe per marchiare chi per qualche motivo ha avuto problemi. Giorgio Buratti, presidente dei pubblici esercizi, si fa una bella risata. «C'è il bollino blu anche per le banane, ma non è detto che non ve ne siano di migliori in giro. Diciamo che quella di Befera è una battuta, non può essere diversamente. Forse nelle intenzioni vuole essere un modo per sdebitarsi di tanto accanimento. Sì, perché c'è un accanimento generale per cui l'esercente è ladro per antonomasia e il fatto che non faccia due scontrini su 400 lo addita al pubblico come un terribile evasore. Forse il Fisco dovrebbe trovare un modo diverso per dare fiducia ai contribuenti, altro che bollino blu».

Altrettanto immediato Natale Rigotti, storico presidente degli albergatori e oggi a capo del coordinamento imprenditoriale trentino. «Ma come - dice - carnevale non è finito? Su, non scherziamo con questa storia del bollino blu. Diciamo che è una provocazione e allora io rispondo con lo stesso tono: mettiamo anche due bollini per chi non riceve cartelle per due anni; e tre bollini per chi è senza macchia da cinque anni. Così negli alberghi invece delle stelle contiamo i bollini blu. E dico di più a Befera: in Trentino può andare sul sicuro e cominciare a mettere i bollini su tutte le vetrine degli esercizi, perché qui tutti pagano le tasse e lo hanno sempre fatto. E se c'è qualche errore, di sicuro non si può parlare di evasione. Su questo aspetto non siamo mai stati morbidi perché è una questione di credibilità per tutto il movimento trentino».

Ma Rigotti dice che si dovrebbe anche provare a cambiare il rapporto tra imprenditori e Fisco: «Ci vorrebbe più rispetto reciproco, più collaborazione. Non capisco, ad esempio, queste trovate dei blitz con l'invio di ispettori a scovare gli scontrino non battuti. Oggi ci sono mezzi tecnici adeguati per fare le cose fatte bene e con serietà, senza queste esibizioni. E poi utilizziamo bene gli studi di settore che possono essere importanti e contribuire a istituire un rapporto corretto di collaborazione». Anche l'Aduc nazionale ha commentato l'idea di Befera, stroncandola. «E' un metodo - dice il presidente Vincenzo Donvito - che presuppone che l'autorità si sente in dovere di indicare chi è considerato buono e chi cattivo: cioè moralismo invece di norme. Che bisogno c'è di segnalare o premiare chi fa il proprio dovere nell'ambito del patto civico che ha con lo Stato? Se si considera giusto così, sarebbe altrettanto giustificato il bollino rosso per chi è evasore fiscale, o il bollino giallo per chi è soggetto ad indagine sempre fiscale. Una logica perversa che porta a considerare eccezionale chi rispetta le regole e normale chi non le rispetta».













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