Idea Valduga-Upt, tentazione a destra 

Scenari. Il sindaco di Rovereto (di nuovo vicino al partito di Dellai) attrae le civiche di Gios e Borga. E mette pressione



TRENTO. La partita dell’Upt dentro il centrosinistra sconfina anche nell’altro campo. Il partito di Passamani, Fravezzi e Dellai starebbe nuovamente valutando di salutare Rossi ed il Pd per dare vita ad un’aggregazione slegata dai due poli principali. Proprio come era emerso dalla cena perginese di due settimane fa. In queste ore è attesa una parola chiara di Francesco Valduga che ha approfittato di una vacanza sulla riviera romagnola per riflettere.

Un pronunciamento è auspicabile prima della riunione dei segretari di maggioranza in programma domani sera: se davvero il sindaco di Rovereto scenderà in campo potrebbe correre alle provinciali alla testa, oltre che dell’Upt, di un gruppo di civiche che sino ad oggi sono (erano?) in trattativa (anche) con il centrodestra.

Il primo nome è quello di Geremia Gios, il secondo è legato alla formazione che ha in Borga e Civettini i nomi di maggiore spicco. Ma in questa aggregazione troverebbero spazio anche Mauro Ottobre con la sua Autonomia Dinanica e Roberto De Laurentis, con la sua Tre.

C’è chi osserva che a questo progetto tutto centrista potrebbe dare il proprio apporto (in che forma è tutto da valutare), anche la senatrice di Forza Italia Donatella Conzatti: non da ieri critica con un centrodestra a trazione leghista.

A questo punto l’aggregazione che si sta organizzando, lungi dall’essere alla fine del proprio percorso, potrebbe fungere da monito o, meglio, da strumento di pressione nei confronti del segretario del Carroccio Mirko Bisesti & C. Il centrodestra dovrà, in altre parole, valutare quanto tiene a queste espressioni civiche e lo dovrà dimostrare assemblando la ormai famosa lista di coalizione o del presidente che dir si voglia.

Ma l’abbraccio dell’Upt a Valduga (se davvero si completerà) avrà le proprie conseguenze più pesanti proprio nel centrosinistra, arrivando a decretarne la fine, almeno per come è stato concepito sino ad oggi.

Davvero a quel punto il Pd rimarrà con, soltanto, il Patt a provare a confermare Ugo Rossi in una seconda corsa da presidente? O, a quel punto, i Dem daranno spazio a quella ripartenza invocata dal basso, con una figura espressione del proprio partito da proporre come candidato presidente?

Cinque anni fa le primarie a metà mese di luglio sembravano cadere tardi, in un periodo ravvicinato rispetto al voto. Ad oggi pare difficile che tra dieci giorni si risolva tutto quanto.

(g.t.)













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