I trentini armati? Sono un esercito

Oltre diecimila licenze: calano quelle venatorie, crescono quelle sportive. Ogni anno ci sono cento provvedimenti di revoca: pistole tolte a chi non è più idoneo


Paolo Tagliente


TRENTO. I trentini “armati” sono oltre 10.000. Tante sono le persone che nella nostra Provincia hanno, a diverso titolo, almeno un’arma in casa regolarmente denunciata. La parte del leone la fanno le 7.962 licenze per uso caccia (hanno validità di 6 anni e quindi la cifra fa riferimento al periodo dal 2003 a oggi), cui si aggiungono le 2.261 di chi svolge attività sportiva.

Poi c’è chi, per i più disparati motivi - si va, per esempio, dal rappresentante di gioielli al gestore di una pompa di benzina isolata che teme per la sua incolumità quando esce con l’incasso della giornata - è autorizzato a portare la pistola sempre con sé: 127 le licenze rilasciate per difesa personale. Dulcis in fundo, c’è chi le armi le usa quotidianamente nel suo lavoro e stiamo parlando delle guardie giurate: 36 le licenze (biennali) rilasciate nel 2009.

Numeri importanti, che dipingono un quadro per molti versi sconosciuto di un “Trentino armato”, e con un trend a sorpresa: rispetto al passato c’è un leggero calo delle licenze venatorie cui corrisponde un aumento di quelle sportive. Sono parecchi, infatti, quelli che non vogliono rinunciare al piacere di usare un’arma, ma che hanno deciso di ridurre drasticamente le spese per poterlo fare.

La tassa di concessione governativa per licenza venatoria è di ben 173 euro e 16 centesimi, cui vanno aggiunti i costi del permesso di caccia che variano da sezione a sezione - circa 400 o 500 euro -, del fucile (una doppietta di media qualità si può acquistare per circa 2000 euro e una carabina con 5000 euro ma si può arrivare a prezzi da emiro arabo per quelle personalizzate), dell’abbigliamento tecnico (almeno 300-400 euro), delle ottiche (i cannocchiali) ed eventualmente dei cani.

E’ bene ricordare che per quanto riguarda l’utilizzo dei fucili per la caccia e per l’attività sportiva, la licenza autorizza “solo” l’acquisto e il trasporto giustificato (nel rispetto di una lunga serie di accorgimenti che ne garantiscano la non pericolosità) dell’arma dalla propria abitazione fino nei luoghi dove si svolge l’attività venatoria o nei campi di tiro.

Ma quanti sono i fucili e le pistole sparse nelle case del Trentino? Difficile dirlo, anche perché ogni persona può detenere fino ad un massimo di tre armi comuni, sei armi sportive, otto armi antiche (è considerata tale qualsiasi arma costruita prima del 1890) e un numero illimitato di armi da caccia. Impossibile arrivare, insomma, ad un numero preciso. Una cosa è certa: nella nostra provincia la situazione è tutt’altro che allarmante ed è tenuta costantemente sotto controllo dalle forze di polizia. Prova ne sono i circa cento provvedimenti di revoca che ogni anno vengono attuati nei confronti di quanti, per le cause più disparate, non vengono più ritenuti idonei a detenere armi. Si tratta di cittadini oggetto di condanne definitive per reati di vario genere, quelli contro la persona ad esempio, o che non hanno più i requisiti psicofisici necessari.

Per ottenere la licenza di porto d’armi sono necessari due certificati medici, l’idoneità al maneggio delle armi (o aver prestato servizio nelle Forze Armate), non avere gravi precedenti penali e non essere affetto da problemi psichici.

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