I senzatetto? Sempre più italiani

Presentati i dati dei servizi sociali di Trento, con il successo dell’esperimento «hope»



TRENTO. La devastante crisi non ha risparmiato il nostro Trentino, ex “isola felice”. Per quanto la recessione sia arrivata un po’ in ritardo, molti servizi pubblici si sono trovati a far fronte a tagli di risorse non da poco, dovendosi perciò ingegnare nel trovare soluzione alla mancanza di fondi. Un esempio emblematico di questa situazione è quello dei servizi sociali, in particolare quello dell’area inclusione sociale che fornisce aiuto a persone in condizione di emarginazione sociale, ossia, nella maggior parte dei casi, ai senzatetto. E La situazione è diventa a dir poco paradossale: come si può far fronte ad un maggior numero di richieste d’aiuto avendo meno possibilità economiche? La risposta è stata semplice ed estremamente efficace al tempo stesso. Attraverso la collaborazione e la responsabilizzazione delle persone coinvolte. Da qui la nascita degli «hope» (homeless peer): persone che collaborano con i servizi sociali nell’intento di aiutarli a gestire al meglio situazioni problematiche, persone che hanno inoltre sperimentato, o stanno tuttora vivendo, in prima persona la mancanza di una fissa dimora. L’efficacia di questa strategia è evidente dai risultati ottenuti dall’esperienza «Casa Orlando», il dormitorio per l’emergenza anti-freddo che viene aperto durante l’inverno in via San Giovanni Bosco. Il dormitorio è stato infatti preso in gestione, durante il periodo aprile-giugno di quest’anno, da parte di alcuni hope, ospitando 16 senzatetto con ottimi risultati. E l’assessore Plotegher ha sottolineato come «l’iniziativa Casa Orlando nei primi mesi di quest’anno ha confermato i buoni risultati della collaborazione con gli hope e Villa Sant’Ignazio. L’obiettivo ora è quello di aprire degli spazi di accoglienza che non chiudano una volta terminata la stagione invernale». Il coordinatore dell’area inclusione sociale Elisa Larcher ha infine illustrato alcuni preoccupanti dati riferiti allo scorso anno: «Nel corso dell’anno 2012 abbiamo aiutato 435 persone e all’incirca 200 hanno chiesto informazioni senza poi usufruire del servizio. Non stiamo parlando solo di senzatetto, ma in generale di persone con problemi di precarietà abitativa. Considerando questi dati poco indicativi, visto che molti senzatetto si rivolgono solamente a strutture o associazioni di prima accoglienza, abbiamo comunque notato un leggero aumento dei senza dimora che si sono rivolti a noi ed hanno usufruito del servizio. Il dato che colpisce maggiormente è però quello riguardante gli adulti italiani che hanno usufruito del servizio, passati in percentuale dal 38% al 56% in un solo anno». (l.d.d.)













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