«I risparmi vanno decisi dai Comuni»

I sindaci di Borgo, Castelnuovo, Ospedaletto, Scurelle e Strigno uniti contro la gestione associata obbligatoria


di Marika Caumo


BORGO. Ci sono meno risorse? Diteci quanti trasferimenti ci tagliate e ad organizzarci i servizi ci pensiamo noi. Questo in sintesi il pensiero dei sindaci di Scurelle, Strigno, Ospedaletto, Borgo e Castelnuovo, che ieri hanno espresso i motivi della loro contrarietà alle gestioni obbligatorie dei servizi tramite la Comunità di valle. In particolare si rifanno alle proposte della Deloit e del presidente Sandro Dandrea (Trentino di giovedì) per la gestione tributi.

«Ci sono cifre, risparmi dichiarati, numero di dipendenti alla virgola. Sembra tutto perfetto. Nessuno dice che il tutto è stato costruito basandosi su interviste ai dipendenti, senza alcun contatto con gli amministratori. Nessuno dice che gli eventuali maggiori costi rispetto a quelli enunciati da Dandrea dovranno esser comunque pagati dai Comuni», spiega Fulvio Ropelato (Scurelle), e chiede: «Secondo i loro calcoli i dipendenti che svolgono attività di tributi sono 31 ma ne prevedono 9.5. I venti dipendenti in più dove sono finiti? Dove saranno collocati? In un progetto speciale della Provincia? No, rimarranno sempre a carico del Comune». Tra l'altro, spesso, la persona che fa tributi si occupa anche di bilancio, ragioneria, delibere, insomma è flessibile. I cinque sindaci sottolineano come da sempre i Comuni siano stati organizzati con il buonsenso, da persone più pratiche che politiche e come, dati della Provincia, il livello ottimale per la riorganizzazione dei servizi siano i 3.500 abitanti e non i 10mila imposti dalla revisione della riforma provinciale. Anche a livello nazionale si ragiona su ambiti più piccoli. «Ci spieghi Dandrea come mai i Comuni grossi hanno costi pro capite per il personale maggiori dei piccoli: 534 euro Trento, 501 Rovereto contro i 315 di Scurelle e i 470 di media provinciale - aggiunge Attilio Pedenzini (Strigno)-. La proposta della Comunità tende a dimostrare come il piccolo Comune sia dispendioso per i cittadini. Niente di più falso».

«Non vogliamo farci prendere in giro, siamo qui per difendere i nostri cittadini che pagheranno costi aggiuntivi e non sapranno nemmeno perché. Non è un problema di oggi, qualcuno di noi l'aveva evidenziato un anno e mezzo fa», aggiunge Ruggero Felicetti (Ospedaletto). «Siamo consapevoli che le risorse sono sempre meno ma abbiamo gli strumenti a disposizione per organizzarci, dalle gestioni associate all'unione dei Comuni. Rivendichiamo la possibilità di avere obiettivi chiari e definiti, basati sui costi standard, lasciandoci liberi di perseguirli senza per forza avere il cappello della Comunità. Questa è autonomia», aggiungono. «Ci vuole coraggio e capacità di decidere: sono le parole del presidente. Ci vuole coraggio, diciamo noi, ad ammettere di aver intrapreso una strada sbagliata e capacità di lasciar decidere ai Comuni il loro destino - conclude Fabio Dalledonne-. Per mercoledì il presidente ci ha chiesto delle proposte. A queste condizioni non ci stiamo».

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