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I pescatori trentini accusano: corsi d’ acqua, troppi prelievi

TRENTO. I pescatori trentini chiedono alla Provincia di tutelare meglio i corsi d’acqua, di non concedere nuove concessioni per derivazioni mini-idroelettriche e di riconoscere loro un ruolo di...



TRENTO. I pescatori trentini chiedono alla Provincia di tutelare meglio i corsi d’acqua, di non concedere nuove concessioni per derivazioni mini-idroelettriche e di riconoscere loro un ruolo di interlocuzione politica che oggi non sempre viene messo in campo. Ieri durante l’assemblea annuale della Federazione pescatori trentini, prima di approvare il bilancio, il messaggio espresso dal presidente federale Mauro Finotti, in presenza dell’assessore Michele Dallapiccola, è stato chiaro. Finotti, che rappresenta 24 associazioni fra le 31 esistenti in provincia, ha criticato l’inadeguatezza dei controlli sul deflusso minimo vitale, citando il caso, come esempio negativo fra altri, del torrente Tresenica, in val di Non, rimasto prosciugato da eccessivi prelievi e rimasto, nonostante le denunce dei pescatori, senza intervento pubblico. Il presidente federale ha spiegato «E’ ormai giunto il tempo di riformare l’APPA svincolandola dal potere politico. Deve diventare una specie di Autority autonoma e indipendente, chiamata a relazionare alle Commissioni competenti e al Consiglio provinciale in maniera costante, su quale sia lo stato delle acque del Trentino e la sua qualità». L’assessore Dallapiccola ha incassato, svicolando e ricordando che la competenza sul DVM sarebbe del collega assessore all’ambiente Mauro Gilmozzi. L’altra critica mossa a Dallapiccola è stata quella di non aver modificato la legge del 1978 (la numero 60) sulla pesca in modo adeguato, ma solo in parte. I pescatori chiedono che sia riconosciuto formalmente il loro stato di portatori d’interesse rispetto ai temi dell’acqua e del deflusso minimo, tema questo che lo scorso anno ha sollevato critiche pesantissime contro l’assessore Gilmozzi, che senza consulti pubblici aveva provato a far passare una riduzione del deflusso per motivi economici. Da quella vicenda, ha ricordato Finotti, è rinato il Comitato permanente per la Tutela delle Acque del Trentino, al quale aderisce convintamente la Federazione. «Speriamo sia mantenuto l’impegno, più volte specificato dall'assessore Gilmozzi – ha detto Finotti – cioè che i livelli dei DVM (circa 4,8 litri al secondo per chilometro di bacino sotteso) non verranno modificati, nemmeno in fase di rinnovo delle concessioni idroelettriche». A questo proposito il presidente ha ricordato che un rappresentante del Comitato, ovvero Maurizio Siligardi, professore universitario di ecologia fluviale, partecipa al Tavolo di lavoro del Distretto delle Alpi Orientali per la definizione del nuovo Deflusso Ecologico dei fiumi. Altra richiesta riguarda l’espansione di cormorani e aironi, che per i pescatori danneggiano l’ittiofauna, è di stabilire quanti uccelli ittiofagi sono sostenibili su ogni corso d’acqua, anziché contingentarne il numero di uccisioni.

(m.d.t)















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