I nuovi francobolli sono introvabili: 1000 lettere bloccate

De Paoli dell’associazione di volontariato Anteas: da inizio gennaio giriamo invano uffici postali e tabaccai


di Giuliano Lott


TRENTO. Dall’inizio dell’anno, cioè da quando le Poste hanno introdotto nuove tariffe per le spedizioni aumentando di 10 centesimi l’affrancatura per una normale busta, i francobolli sono spariti. Lo denuncia Claudio De Paoli, presidente dell’associazione Anteas, affiliata alla federazione dei pensionati della Cisl, che da anni si occupa degli anziani della città. «Abbiamo circa mille lettere in attesa di spedizione ormai da giorni. Non c’è verso di trovare i nuovi francobolli da 70 centesimi, e non sono nemmeno previsti quelli da 10, che accoppiati ai vecchi bolli da 60 raggiungerebbero l’affrancatura corretta».

Per De Paoli è qualcosa più di una scocciatura. «A gennaio, per noi come per ogni associazione, sono in calendario assemblee importanti, a volte per il rinnovo delle cariche elettive, o per la campagna di tesseramento del nuovo anno e via dicendo. Di conseguenza la mole di corrispondenza è molto ampia. Come minimo va spedita una convocazione per ogni socio, e con un opportuno anticipo per dare modo a ognuno di organizzarsi per tempo. É un meccanismo rodato, siamo organizzati per questo. Ma senza francobolli si blocca tutto».

La segretaria di Anteas, Gianna Rizzardi, fa il giro ogni giorno. L’ufficio postale dista solo una trentina di metri dalla sede dell’associazione, che si trova in via Degasperi 61. «Di solito acquistiamo francobolli in fogli, ne prendiamo 6 o 7 mila per volta, per avere un minimo di autonomia» racconta De Paoli. Ma all’ufficio postale gli impiegati che ogni giorno si sentono rivolgere la stessa domanda scuotono la testa. La risposta è sempre uguale: «Forse domani». E il giorno successivo, idem. Stesso discorso per i tabaccai: le Poste non li riforniscono dalla fine del 2012.

«Il problema è serio e riguarda molte persone - attacca il presidente di Anteas -. Ci siamo ridotti a consegnare le lettere a mano per evitare disguidi all’associazione, ma è chiaro che è solo una soluzione tampone, per pura emergenza. É vergognoso che nessuno provveda a rifornire tabaccai e uffici postali. Ci siamo mossi per tempo, già nei primi giorni di gennaio. Venerdì sono andato di persona, avrò girato non meno di dieci tabaccherie e la risposta era sempre quella: nessuno ha ancora visto i nuovi francobolli. L’aumento era previsto, e noto soprattutto alle Poste. Ma in oltre venti giorni non sono stati in grado di consegnare i bolli con il valore aggiornato».

In certi casi le Poste possono provvedere a timbrare le buste in ufficio e riscuotere il corrispettivo in denaro: il timbro (sul quale viene riportato il valore in denaro) vale infatti come un francobollo. «Ma quanto il quantitativo delle lettere è considerevole, come nel nostro caso ma anche per ogni associazione numerosa, questo servizio non viene erogato».

Così, a forza di aspettare, le lettere in giacenza, già imbustate, rischiano di dover essere riscritte. Se non altro, per cambiare la data.

«Se entro martedì non arrivano i nuovi francobolli - dice De Paoli - non abbiamo scelta che rifare tutto da capo. Buttare via le lettere già imbustate e riscriverle. Sperando che almeno per la nuova data le affrancature arrivino. É un danno serio, e non sappiamo nemmeno a chi chiederne il conto. Chi lavora all’ufficio postale non ha alcuna colpa se da Roma non partono i rifornimenti».

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