I medici: «Giù le mani dai vaccini» 

Il caso. Marco Ioppi, presidente dell’Ordine: «L’assessora Segnana sbaglia, abolire l’obbligatorietà è rischioso e irragionevole» Marta Betta, segretaria Federazione pediatri: «Il sistema con la legge vigente funziona bene, mi meraviglia che si voglia cambiare» 


Danilo Fenner


Trento. Abolire l’obbligatorietà delle vaccinazioni? Le dichiarazioni rilasciate ieri dall’assessora provinciale Stefania Segnana hanno fatto fare un balzo sulla sedia a Marco Ioppi, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Trento. Ioppi snocciola dati e numeri: «Nel 2018 si è registrato un incremento delle coperture vaccinali in tutti le coorti di nascita» spiega. «Questo è un segnale positivo rispetto al passato e da correlare all’applicazione della legge 119/2017 che ha aumentato il numero dei vaccini obbligatori in Italia. Ma la soglia del 95%, che permette di parlare di immunità di gregge e di evitare la circolazione di pericolose malattie infettive, non è ancora stata raggiunta». E qui Ioppi cita i dati contenuti nel Report sulle vaccinazioni 2018 in Trentino: «Per la polio abbiamo una copertura del 94,6%, per morbillo-parotite-rosolia del 94,3%; Pneumococco 92%, meningococco C 90,8%».

Secondo l’Ordine insomma «è irragionevole abbassare la guardia. Il venir meno dell’obbligo vaccinale potrebbe, infatti, non permettere di raggiungere nella nostra provincia la soglia del 95% di copertura che eviterebbe la circolazione di malattie prevenibili da vaccino, con importanti conseguenze sulla salute della popolazione». In ogni caso, prosegue Ioppi, su questa ipotesi dovrà esprimersi innanzitutto il Ministero competente. «Sì, ed è auspicio della federazione nazionale degli ordini dei medici e dell'ordine di Trento che ciò non avvenga fin tanto che è dimostrato che l'alta copertura vaccinale e' stata ottenuta oltre che con una capillare informazione alle famiglie anche con l'obbligatorietà. Dare adito a ipotesi che mettono in discussione importanti risultati di salute e di benessere raggiunti, con fatica e al prezzo di laceranti divisioni della società, e' senza senso e compromettono la tenuta di un servizio sanitario che si deve fondare sempre di più su una prevenzione intelligente e scientificamente documentata». Ioppi è lapidario: «La vaccinazione è e rimane l’unico strumento, sicuro ed efficace, per contrastare la diffusione delle malattie infettive».

Le dichiarazioni rilasciate ieri da Stefania Segnana al Trentino sono rimbalzate anche sul sito web del Corriere della Sera. L’argomento è di quelli “sensibili”, d’altronde. «I dati raccolti nell’Anagrafe vaccinale trentina, che è stata la prima a essere istituita in Italia» aveva affermato l’assessore provinciale alla Salute Stefania Segnana «ci dicono che da noi è stata superata la quota della cosiddetta immunità di gregge». Secondo l’assessora questo comporterebbe il fatto che «tutti i bambini possono frequentare le strutture scolastiche, anche sotto ai sei anni di età». L’esclusione dal divieto di frequenza però deve essere stabilita dal governo nazionale. «Stiamo attendendo a questo proposito un pronunciamento della ministra Grillo» aveva spiegato l’assessora Segnana.

«Sarebbe come se, evidenziando il calo di morti sulle strade grazie alle cinture di sicurezza, si decidesse di togliere l’obbligo di indossarle». Il tono è pacato, ma la segretaria provinciale della Federazione medici pediatri Marta Betta è netta nel suo giudizio, senza tentennamenti, nel commentare le dichiarazioni dell’assessora.

Dichiarazioni che hanno suscitato «grande meraviglia» da parte di Marta Betta, secondo cui il sistema, così come oggi è attivo in Italia e dunque anche in Trentino, «ha dato sempre ottimi risultati. Non capisco davvero perché l’assessora si spinga fino a dire che potrebbe essere sospeso l’obbligo».

La percentuale di bambini vaccinati per il morbillo in Italia è dell’85%, in assoluto la più bassa in Europa. «In Trentino, sempre per il morbillo, la copertura sfiora il 95%, che è la soglia di sicurezza prevista dal Ministero: più esattamente siamo al 94,3%» spiega ancora Marta Betta. «Ma attenzione: questo dato non ci restituisce la realtà esatta, perchè è la media provinciale. Ci sono molte zone in Trentino dove la copertura è più bassa».













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