I grillini pronti a diventare «5 stelle»

Verso la certificazione del movimento per avere più visibilità. Discussione su programma, soldi e democrazia interna


di Chiara Bert


TRENTO. Per ora sono un Meetup, un luogo di discussione. Si sono organizzati in gruppi di lavoro e da qualche mese dibattono su programma e partecipazione. Ma i grillini trentini sono pronti a uscire dall’ombra e a fare il grande salto in politica: ottenere la certificazione e diventare Movimento 5 Stelle, in tempo per essere ai blocchi di partenza alle elezioni del 2013, per il parlamento e per la Provincia. Sul sito del Meetup è stato lanciato un sondaggio sull’argomento e la maggioranza ha risposto sì, è ora di avviare la procedura e ottenere la certificazione.

Il dibattito è aperto e il tema è già all’ordine del giorno della prossima riunione. Dove chi volesse candidarsi dovrà esibire il proprio certificato penale.

Diventare movimento ci darà tutta la visibilità che il simbolo 5 stelle oggi assicura - è il ragionamento che va per la maggiore tra gli iscritti - «e ci tutelerà impedendo che il simbolo ci venga fregato dal primo furbo che passa». «Presentarci con un nome inglese quale Meetup e spiegare a tutti chi siamo non sarebbe come se ci presentassimo come Movimento 5 Stelle che è già forte di un simbolo e di un nome importante», da notare l’organizer del gruppo, il giovane Andrea Gorfer. Ma c’è anche chi preferirebbe aspettare a trasferire l’esperienza del Meetup su un piano strettamente politico, identificandosi con il movimento di Beppe Grillo: «Il Meetup è per definizione un soggetto neutro. Uscire così ci consentirebbe di farci conoscere come semplici cittadini attivi e di chiedere ai nostri concittadini di unirsi in una forma assolutamente neutrale per partecipare alla vita politica».

Ma le vicine scadenze elettorali mettono fretta anche ai grillini: «Il Meetup oltre al rischio di non essere capito non avrebbe la forza di penetrazione del movimento 5 Stelle - scrive Rino - pensate se con il marchio in mano potessimo uscire oggi con lo slogan “Li mandiamo tutti a casa”. Ci accuserebbero di demagogia e populismo, ma la maggioranza che non sopporta più i vecchi tromboni sarebbe tutta con noi».

Nell’ultimo incontro, giovedì scorso, si è parlato molto di programma. «Siamo fuori dallo schema destra-sinistra», avevano rivendicato al loro esordio fondativo, a inizio giugno. Nel frattempo sono stati costituiti dei gruppi di lavoro. Sui rifiuti la posizione è netta: l’inceneritore è inutile, serve una raccolta differenziata puntuale. Sull’economia l’obiettivo è smantellare le società partecipate, «spesso carrozzoni utilizzati per piazzare amici e parenti, che costano moltissimo». Per la scuola si punta ad un metodo di valutazione dei docenti e dei dirigenti. Il filo conduttore è la razionalizzazione della spesa pubblica e l’assemblea si è divisa sulla proposta di rendere gratuito il trasporto pubblico a Trento, anche se non è chiaro come recuperare le risorse necessarie a finanziare l’esperimento.

I grillini guardano avanti e già si interrogano su «cosa fare con il denaro eccedente i 2.500 euro di stipendio mensile che un eventuale eletto futuro del Movimento 5 stelle percepirà» (sottinteso in consiglio provinciale o in parlamento, ndr): alcuni iscritti propongono di lasciare i soldi nelle casse della Provincia, altri di donarli ad associazioni o destinarli a fini socialmente utili. La questione è stata rinviata a uno dei prossimi incontri.

Resta per ora in secondo piano il dibattito sulla democrazia interna che sta infiammando il movimento dopo le accuse mosse dal consigliere ribelle Giovanni Favia, accusato da Grillo di complottare contro il movimento. «Non devono esserci dubbi sulla democrazia dei Cinque Stelle - esorta Claudio Agnolin in uno dei forum del Meetup - manca una strutturazione verticale chiara adatta a prendere democraticamente le decisioni a livello nazionale. È il momento di affrontare l'argomento». La discussione è aperta.

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