I frati di S.Romedio: «L’orso? Non siamo noi a volerlo»

Padre Fabio Scarsato interviene dopo le polemiche: «Siamo d’accordo solo perché starà meglio che nell’attuale recinto»


di Giacomo Eccher


SAN ROMEDIO. Il dibattito sull'orso a San Romedio torna ad infuocarsi, domenica ne ha scritto, con un servizio di mezza pagina, il quotidiano “Repubblica” tirando in ballo i pro e i contro. Tra gli intervistati il priore padre Fabio Scarsato che, anche a nome della Diocesi, ha ricordato che il Santuario mette a disposizione l'area del recinto per l' orso «in comodato alla Comunità di valle», ma ha anche precisato che «come frati di un orso in carne ed ossa ne farebbero volentieri a meno».

«Nessun cambio di rotta, sono concetti e ragionamenti che ufficialmente noi Frati e la Diocesi che è proprietaria del santuario, diciamo pari pari da più di due anni, ed è inutile che favorevoli e contrari all'orso, con le campagne contrapposte di firme pro e contro, cerchino di tirarci da una parte o dall'altra», precisa padre Fabio, che abbiamo sentito ieri. E spiega: «San Romedio, come santuario e luogo di devozione, ha altro di cui occuparsi che dell'orso, e sta in piedi benissimo e è meta di pellegrini anche senza la presenza del plantigrado». In fondo, l'orso a San Romedio – fa notare padre Fabio - è qui da poco, appena mezzo secolo fa. Era il 1958 infatti quanto è arrivato il vecchio Charlie (così chiamato perché nel circo da cui era stato prelevato andava in bicicletta, e quelli erano gli anni del grande Charlie Gaul …) donato al Santuario dal Conte Giacomo Gallarati Scotti, uno dei pionieri del Wwf e fondatore, nel 1957, dell'Ordine di san Romedio per la protezione dell'orso bruno. «Prima c'era solo la tradizione e la leggenda, non l'orso in carne ed ossa», sottolinea il frate.

Ma il consenso dei frati al ritorno dell'orso a San Romedio c'è o no? «Questo è un discorso diverso. Se c'è un orso che starebbe meglio qui a San Romedio rispetto al posto dove è attualmente (leggi la gabbia di Pescasseroli ndr) così come ci è stato prospettato, il Santuario e la Diocesi non hanno obiezioni. I tecnici ci dicono che qui quell'orso starebbe meglio di dove è adesso, non vedo perché non dobbiamo fidarci, per questo è stato sottoscritto il contratto di comodato che mette l'area del recinto orso a disposizione della Comunità Valle di Non. I lavori di adeguamento richiesti per sistemare la gabbia mi risulta che sono stati fatti come da prescrizioni di chi di dovere. Il resto non compete a noi».

Quello che è certo, e padre Fabio lo sottolinea senza mezze parole, è che a far davvero male al santuario di San Romedio ed alla sua immagine è stata la vicenda dell'orsa Jurka, plantigrado nato e vissuto libero e poi imprigionato proprio all'ombra del Santo che dell'orso è il protettore. «Effettivamente non è stata una gran scelta, anche se cerco di mettermi nei panni di chi allora ha dovuto decidere in merito alla problematicità dell'orsa vagabonda».

L'orso dunque a San Romedio arriverà anche se con qualche ritardo rispetto ad agosto, come era stato annunciato. Questa almeno la certezza del presidente della Comunità di valle, Sergio Menapace.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

l'Incidente

Finisce in moto contro un palo: ragazzo in ospedale

È stato trasportato al pronto soccorso del Santa Chiara un diciottenne protagonista di uno schianto avvenuto poco dopo le 17.30 di oggi, venerdì 3 maggio, a Vigolo Vattaro: fortunatamente avrebbe riportato traumi non gravi