I Ducati, così il loro albergo ha creato il turismo a Vattaro

Tutti andavano a mangiare da Amabile ed è nata l’idea dell’hotel Dolomiti Era il 1957 e da allora i figli e i nipoti si sono succeduti dietro al bancone


di Giorgio Dal Bosco


TRENTO. Quella dei Ducati di Vattaro, i discendenti del “Fino boteghèr”, è una storia che si dipana da Vattaro alla Moravia, da Vattaro a Cortina d’Ampezzo e ritorno, con l’idea, più che mai realizzata, di mettersi in proprio costruendo un albergo-ristorante: il “Dolomiti”.

Andiamo per ordine. A cavallo dell’Ottocento e Novecento a Vattaro viveva Daniele Ducati, morto all’ospedale militare di Trento nel 1916, gestore in piazza di una distilleria e di un negozio-spaccio che faceva buoni affari con i tedeschi. Sua moglie Maria gli aveva dato tre figli: Rachele (1899) morta poco più che adolescente, Serafino (1910-1977), appunto “el Fino botegher”, e Irma (1912-1992) che, andata a servizio a Genova, conosce un carabiniere che sposa vivendo sempre lì. Serafino e Irma, assieme alla mamma e a una zia, vengono portati in Moravia dove i due bambini rimangono orfani della mamma e che, al rientro in Italia assieme alla zia, perdono anche il padre. Papà Daniele avrebbe voluto andare in Moravia per cercare almeno la tomba della moglie e metterci sopra un fiore. Ed invece muore prima di questo amoroso tentativo.

A Vattaro dunque, rimane il solo Serafino che (“en can dall’ostrega”, amabile e affettuosa definizione del figlio Carlo) si fa mediatore di prodotti agricoli in zona e, intanto, strizza l’occhio ad una ragazza, Amabile Boller, donna molto bella, figlia dei Boller che hanno un mulino giù nella conca tra Vigolo e Vattaro, di cui ci sono ancora i ruderi. E’ il fidanzamento tra i due che dà un virtuale inizio alla famiglia Ducati come albergatori. Infatti, uno zio di Amabile, Floro Gasperi, è il medico condotto di Cortina d’Ampezzo (ex di Calavino), in piena espansione turistica estiva ed invernale, il quale, sapendo della fame di personale negli alberghi di Cortina, fa incetta di mano d’opera più o meno qualificata proprio a Vattaro tra i suoi nipoti e cugine. Amabile è tanto brava che fa la cuoca nientemeno che all’Hotel Corona. Tra una stagione e l’altra si sposa (1939) con Fino e nascono via via Ines (1940), sposata Martinelli a Centa, Carlo (1941) e Daniela (1945) sposata Bauer a Vattaro. Vattaro era davvero privo di qualsiasi posto di ristorazione tanto che le “personalità” dell’epoca del posto (maresciallo dei carabinieri, maestro, parroco e messi comunali in trasferta), se volevano mangiare qualcosa di caldo dovevano andare a casa dell’Amabile che, “no se scherza, l’è stada coga a Cortina”. Amabile cucina volentieri a questi clienti improvvisati i quali le inculcano l’idea che un albergo, lì sulla strada, sarebbe davvero un affare. Messi assieme un po’ di risparmi, i soldi della vendita di una casa, il mutuo con la locale cassa rurale, costruito sopra l’abitazione l’albergo, il 12.7.1957 comincia l’attività il Dolomiti con otto camere, due bagni in comune, ristorante e bar. Ines e Daniela collaborano volentieri con la mamma. Carlo un po’ meno. Di studiare non ha voglia, di lavorare in albergo nemmeno. Preferisce andare per sette anni in una segheria e soltanto dopo diplomarsi in una scuola alberghiera a Cles. Nel 1960, a 19 anni, affianca la mamma in cucina, conosce e sposa Ottilia (“Lia”) Bassi che gli dà Elena (1970), Daniele (1971), Carolina (1976) e Giovanna (1980-1997). A questo punto, divenuti grandicelli i figli che comunque hanno sempre dato una mano in albergo, la famiglia di Carlo tra una ristrutturazione e l’altra (praticamente una ogni anno) si lancia nuovamente. Nel frattempo Vattaro vive una stagione turisticamente molto promettente anche perché l’amministrazione comunale crea molti elementi di svago come campi di tennis, tornei di calcio estivo che richiamano molta gente. La famiglia Ducati con l’albergo lì sulla strada che porta all’altipiano di Lavarone diventa per certi versi il pilota del turismo locale anche per merito della cucina di Carlo. E’ a pochi chilometri da Trento, il fenomeno del pendolarismo si fa sempre più intenso. Ritiratosi Carlo, ma sempre presente comunque in albergo, da quest’anno la regia è in mano a Daniele, celibe, che si è diplomato alla scuola professionale di Trento. Sarà lui la terza generazione.













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