I Comuni vogliono un presidente privato per la Panarotta spa

Convocato il cda dopo che 15 giorni fa si era dimesso Sartori Auspicato un impegno diretto da parte degli imprenditori



PERGINE. “A.A.A., presidente cercasi”. Martedì prossimo è convocato il consiglio di amministrazione della Panarotta ed ovvio che uno dei punti all’ordine del giorno debba per forza essere quello dell’individuazione del nuovo presidente. Risalgono ormai a quindici giorni fa le dimissioni di Sergio Sartori, che ha lasciato dopo quattro anni trascorsi al vertice della società. Dimissioni in parte dovute da questioni di opportunità politica («Io era delegato dal sindaco di Pergine Silvano Corradi, che con Gianpiero Passamani in qualità di sindaco di Levico Terme, detiene la maggioranza delle azioni della società», aveva detto Sartori e il nuovo eletto, Roberto Oss Emer, potrebbe avere nuovi pensieri in proposito», aveva detto) e contingenti («E’ alle porte la firma del “protocollo d'intesa” tra Provincia, Pergine, Levico e Roncegno. Quindi lascio»).

E’ chiaro che la Panarotta spa non può rimanere senza una guida al vertice. Tanto più che l’estate, oltre a portare attività che in prospettiva potrebbero trasformarsi nella prima risorsa del comparto turistico della montagna (a più riprese la coalizione delle civiche di Oss Emer in campagna elettorale aveva pigiato il tasto su questo punto), è periodo nel quale vengono effettuati i collaudi degli impianti di risalita che al momento godono di deroghe per proseguire l’attività.

Una delle candidature che pare aver perso consistenza è quella dell’attuale vice presidente Franco Vettorazzi. E questo semplicemente perché lui stesso sembra non aver dato la disponibilità a salire d’incarico. E quindi, a questo punto, i due Comuni interessati Pergine e Levico Terme, potrebbero spingere affinché gli imprenditori che hanno interessi in Panarotta, Francesco Peghini, Matteo Anderle, Renzo Gaiga, Luca Moser, Fabrizio Oss (anche di Levico spa), si assumano responsabilità importanti in seno alla società in vista della firma del già citato protocollo d’intesa che prevede che i due Comuni si disfino di gran parte delle quote di azioni posseduti. E’ stabilito, infatti, che la quota del Comune dovrà essere al massimo del 15% (Pergine ora ha il 36%) e quindi le altre dovranno essere in qualche modo cedute. E più che ai privati interessati alla Panarotta...













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