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I Carabinieri del Noe nel cantiere del bypass

I militari hanno ispezionato l'area dello scalo Filzi insieme ai tecnici dell'Agenzia per l'ambiente. Saltato il previsto sorpalluogo dell'Osservatorio 


ASTRID PANIZZA BERTOLINI


TRENTO. Ieri (19 luglio) al cantiere del Bypass ferroviario in via Brennero doveva andare in scena il sopralluogo dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Salute, assieme ai responsabili tecnici, per verificare l’andamento dei lavori (al centro di un incontro già la settimana scorsa). Ma il coordinatore Stefano Robol (gli altri membri dovevano seguire oggi), ha trovato la sorpresa. L’Osservatorio, infatti, era stato preceduto dai militari del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (N.O.E.) che si sono presentati allo scalo Filzi alle 8,30 con gli operatori dell’Appa (l'Agenzia per l'ambiente provinciale) ed hanno ispezionato l’area per tutta la mattinata.

I lavori avviati riguardano per ora la bonifica bellica, la demolizione di fabbricati e la deviazione della Trento-Malé.

Perché allora il Noe e Appa hanno ispezionato il cantiere? Di certo, i Carabinieri si muovono solo se autorizzati dal magistrato, e quindi è verosimile che si siano mossi su incarico della Procura della Repubblica. Che proprio martedì ha ricevuto l’esposto dei Comitati contrari al bypass, che denunciava le attività di scavo da settimane, in assenza del «piano di caratterizzazione» dei terreni, richiesto dalla commissaria straordinaria del Governo per Rfi, l’ingegner Paola Firmi, con la prescrizione 20B. Abbastanza per ipotizzare una violazione.

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