motori del futuro

I bus a idrogeno milionari? Fermi da mesi in garage

A Panchià anche la stazione costata 1,3 milioni è in stato di abbandono: tutto intorno solo erbacce


di Luca Pianesi


TRENTO. Mezzi troppo lunghi, mezzi troppo alti, mezzi troppo costosi che nemmeno vengono usati come dimostrano le erbacce che hanno invaso le aree verdi dell’unico impianto della provincia (costato 1,3 milioni di euro) che li dovrebbe rifornire. Dopo che negli scorsi giorni sono emersi, tramite i sindacati, i casi dei 2 Van Hool autosnodati comprati da Trentino Trasporti appositamente con la trazione centrale per affrontare le strade di montagna ma che, a causa delle loro dimensioni, vengono usati nel fondovalle (pur con ottime performance stando alle dichiarazioni dell’azienda provinciale) e degli 8 Scania a metano acquistati troppo alti per poter transitare in sicurezza nel sottopasso di Via Fontana a Trento (il problema sarà risolto abbassando il livello della strada) siamo andati a Panchià per conoscere lo stato dell’arte dei minibus ad idrogeno Due pulmini da 20 posti costati più di 1 milione e 500 mila euro l’uno (per un totale di oltre 3 milioni di euro con i quali si sarebbero potuti acquistare 35 mezzi identici, a metano) fatti realizzare dalla Provincia (l’occasione erano i mondiali di sci della Val di Fiemme del 2013) a una ditta della Valsugana, la Dolomitech Srl.

Già a gennaio il Trentino aveva dato notizia dell’avvio delle indagini da parte della Guardia di Finanza su un potenziale “spreco di risorse pubbliche” per questo progetto che, da piani provinciali, doveva arrivare a mettere in servizio due minibus ad idrogeno, a realizzare un impianto di erogazione per rifornire i mezzi e ad adeguare la rimessa di Predazzo per la loro manutenzione. Obiettivi raggiunti ma il sospetto che questi due pulmini, tolte le “vetrine” dei mondiali di sci e delle Universiadi, circolassero poco e non fossero utilizzati dalla comunità (almeno non proporzionalmente a quanto erano costati alla stessa comunità) aveva portato i finanzieri ad indagare fine dentro i palazzi della Provincia e di Trentino Trasporti. Ma se la domanda, allora, era “quanto circolano questi minibus”, oggi le erbacce che invadono l’impianto di erogazione dell’idrogeno, di Panchià, forniscono una risposta.

L’unica stazione di rifornimento per i due minibus, esistente in provincia, infatti, è ricoperta, in tutte le sue aree verdi, di erbacce e piante alte anche diverse decine di centimetri. L’intero impianto, costato da solo 1 milione e 300 mila euro, risulterebbe, pertanto, non funzionare da diverso tempo: almeno da questa estate. E anche con la ripresa delle scuole nulla è cambiato, nessuno si è curato di andare a tagliare le erbe, nessuna manutenzione della struttura sembra, in questo momento, in atto. I pulmini, intanto, restano nella rimessa di Predazzo fermi, in attesa che qualcuno li utilizzi. Ma i fatti parlano chiaro. Dei tre elementi che costituivano il progetto iniziale della Provincia per i minibus ad idrogeno (realizzazione pulmini, costruzione impianto di rifornimento, adeguamento rimessa di Predazzo) solo quest’ultima sembra essere davvero utile. Gli altri 5 milioni di euro sono fermi e attendono, almeno, una decorosa potatura.













Scuola & Ricerca

In primo piano