l'operazione

Grigno, rottami metallici sequestrati dalla forestale

Erano stati depositati nel piazzale da uno degli artigiani del compendio ex Omga. L’assessore: «L’errore è stato stoccare il materiale all’esterno del capannone»


di Marika Caumo


GRIGNO. Un sequestro di alcune centinaia di metri cubi di rottami metallici e i sigilli apposti al deposito. E' avvenuto nei giorni scorsi nella zona industriale del paese. L'azienda in questione si occupa di commercio all'ingrosso di materiali ferrosi e rottami ed è una delle sei imprese artigiane locali che un anno fa (era fine novembre) è entrata nel "condominio produttivo" dell'ex Omga, il compendio industriale acquistato nel 2011 da Trentino Sviluppo, che, dopo averlo recuperato, attraverso un operazione di leasing nel 2013 ne ha venduto alcuni lotti.

«Nell’ambito dell’attività di prevenzione antinquinamento e di repressione dei reati ambientali, il Nosf (Nucleo operativo specialistico forestale) del Corpo forestale della Provincia è recentemente intervenuto nella zona industriale di Grigno, sequestrando alcuni cumuli di rifiuti, del volume stimato di circa 400 metri cubi, costituiti prevalentemente da rottami ferrosi, parti di motore, tubazioni, strutture metalliche, trucioli, cavi elettrici e apparecchiature elettriche ed elettroniche», riporta il comunicato stampa diffuso ieri dalla Provincia. «Gli agenti del Nosf - continua - sono intervenuti apponendo i sigilli ed interrompendo un’attività di gestione dei rifiuti, dopo aver appurato che la ditta operava in difetto delle prescritte abilitazioni ambientali, previste dal Codice dell’ambiente: il titolare esercitava, infatti, una gestione abusiva di rifiuti speciali, prevalentemente metallici, alimentando uno stoccaggio presso i piazzali a disposizione, in assenza del corrispondente titolo abilitativo».

L'ufficio stampa di Piazza Dante riferisce che «lo stabilimento costituiva di fatto una sorta di deposito intermedio abusivo, dove i rifiuti raccolti in giornata venivano scaricati e dove poi subivano una sommaria selezione e operazione di recupero con l’ausilio di mezzi meccanici. I rifiuti infine venivano ricaricati su un autocarro per il conferimento finale presso ditte autorizzate (fonderie, e simili)». Le indagini, in capo alla Procura della Repubblica, sono ancora in corso, in particolare per quanto riguarda la verifica della presenza di materiali pericolosi tra i rifiuti.

«Non penso non avesse le autorizzazioni necessarie, visto che il capannone è di Trentino Sviluppo e dubito facciano entrare un attività che non ha le carte a posto. L'errore è stato nell'aver depositato il materiale anche all'esterno, invece che stoccarlo solo all'interno», spiega l'assessore all'industria Diego Slanzi. I rottami, infatti, non potevano essere depositati nel piazzale esterno in quanto andrebbero realizzati interventi di impermeabilizzazione per evitare che piogge e agenti atmosferici dilavino il materiale nel terreno. Dello stesso parere il sindaco Leopoldo Fogarotto che parla di errore e ribadisce che «il titolare è un gran lavoratore, una persona che si è inventata questa attività. L'ambiente è materia complessa, ha commesso un errore, ma spero si risolva tutto per il meglio».













Scuola & Ricerca

In primo piano