Gli stranieri non rubano il lavoro ai trentini Anzi: lo perdono di più

La ricerca dell’Agenzia del Lavoro dimostra come con la crisi la condizione degli immigrati in Trentino sia peggiorata


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Altro che rubare il lavoro agli italiani. In Trentino, gli stranieri il lavoro lo perdono più degli altri e sono relegati in ruoli spesso scomodi e malpagati. Peggio che nel resto d’Italia. Sono le sorprendenti conclusioni di una dettagliata analisi di Isabella Speziali dell’Agenzia del Lavoro di Trento illustrata alla Trentino School of management.

Innanzitutto, la ricerca sfata un falso mito e dimostra come in Trentino la popolazione straniera sia in marcato calo, a partire dal 2014, a differenza di quello che accade nel resto del paese. Nel 2016, gli stranieri residenti in Trentino erano l’8,6% della popolazione, mentre nel 2013 erano il 9,5. In Italia, in media, gli stranieri sono passati dal 7,4 del 2012 all’8,3% del 2016. In forte calo pure la percentuale degli occupati stranieri che sono l’8,8% del totale degli occupati, mentre nel 2014 erano il 9,8%. Questo dato dimostra come, con la crisi gli stranieri abbiano perso il lavoro più facilmente degli italiani. A livello nazionale si registra il fenomeno opposto: l’occupazione straniera cresce e passa dal 9,8 al 10,5% questo perché calano gli occupati italiani e aumentano gli occupati stranieri.

Ma sono i dati sulla disoccupazione quelli che mostrano con ancora maggiore chiarezza come le continue accuse agli stranieri di rubare il lavoro agli italiani siano campate in aria. In Trentino, il tasso di disoccupazione degli stranieri è salito dal 15,4% del 2014 al 16,5% del 2016. Per fare un raffronto, il tasso di disoccupazione degli italiani nel 2016 è al 5,6% e nel 2014 era al 5,9%. Cioè circa un terzo di quello degli stranieri. Da notare che nel resto del paese il tasso di disoccupazione degli stranieri è del 15,4% nel 2016, cioè, un punto percentuale meno che in Trentino, mentre il tasso di disoccupazione degli italiani è dell’11,2%, ovvero il doppio che da noi. Questo dimostra sempre che gli stranieri in Trentino stanno peggio, in media, che nel resto del paese.

Alla stessa conclusione si giunge anche se si guarda il fenomeno dalla parte opposta, ovvero da quella del tasso di occupazione che, in Trentino, è del 67,4% per gli italiani (in crescita dal 66,4% del 2014), mentre è in costante calo per gli stranieri (passando dal 57,9 del 2014 al 55% del 2016).

La meticolosa analisi ha preso in esame anche la differenza dei contratti. Gli stranieri hanno un maggiore tasso di occupazione a tempo determinato (il 25,3%) rispetto agli italiani (il 16%) e anche hanno più lavori part-time, il 28% contro il 21,8%.

Una grandissima differenza tra italiani e stranieri c’è anche nella qualità del lavoro che viene svolto. Gli stranieri svolgono soprattutto lavori non qualificati. Il 39% svolge lavori qualificati in agricoltura, il17% svolge professioni qualificate nella ristorazione e il 15,4% ha un ruolo non qualificato nel commercio. Per fare un raffronto, il 19,7% degli italiani ha una professione qualificata nella ristorazione, il 17,5% professioni non qualificate in agricoltura e il 13,6% professioni non qualificate nel commercio.













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