«Gli scolari vadano a casa da soli, la responsabilità me la prendo io»

Don Milani, la soluzione del dirigente Miato: i genitori dovranno fare richiesta al consiglio di classe Resta ancora da risolvere la questione del «tempo scuola»: nuova assemblea il 18 dicembre


di Roberto Gerola


PERGINE. Gli scolari delle “Don Milani”, e delle scuole annesse, potranno tornare a casa da soli. Ci sarà una procedura da rispettare ma saranno sostanzialmente i genitori a decidere le sorti dei propri figli. In questi termini, l’altra sera alla riunione della consulta dei genitori, le dichiarazioni del dirigente Lidio Miato.

C’era attesa per questa possibilità e i genitori si sono mostrati soddisfatti. Non così, invece, per l’altro problema, forse più grave, che riguarda il “tempo scuola” e cioè, la permanenza degli alunni a scuole fino alle 16. Miato si è mostrato quanto meno sibillino e non si è sbilanciato oltre. C’è innanzitutto da chiarire che gli insegnanti rimarranno a scuola insieme agli alunni per la pausa pranzo. Nel senso che si è raggiunto un accordo a livello provinciale per salvaguardare appunto la presenza di insegnanti durante il pranzo come “continuità didattica”. Questo almeno per i prossimi due anni. Invece, per il pomeriggio, c’è ancora preoccupazione.

«Gli orari non si toccano - ha detto Miato, alla cinquantina di genitori presenti in sala - ed è data facoltà ai singoli genitori di ritirare i propri figli nei pomeriggi facoltativi».

Questo possibile “ritiro” è stato interpretato come un aspetto negativo della vicenda. Se si possono ritirare i figli a piacimento o quasi, significa che non c’è insegnamento, che non ci sono attività importanti, che la permanenza degli alunni fino alle 16 non sarà per fare qualcosa di utile, ma solo di custodia e per non mettere in difficoltà i genitori che lavorano, e allora la situazione diventa e rimane preoccupante. Tant’è che al termine delle comunicazioni del dirigente, è stato deciso di indire un’assemblea allargata a tutti i genitori per martedì 18 dicembre per stilare un documento dove elencare le preoccupazioni ed esprimere un proprio parere su questi problemi.

Dunque, moltissima insoddisfazione per come si sta affrontando il problema. Miato, come si diceva, ha illustrato la possibilità di lasciare andare a casa da soli i bambini relativamente alle classi terze, quarte e quinte. La procedura sarà attivata dietro richiesta dei genitori i quali dovranno compilare un modulo di autorizzazione perché il figlio possa uscire da solo (alle 16); il secondo passo è rappresentato dal consiglio di classe che deve dire se il singolo alunno è “consapevole” per uscire da solo. Se sì, la responsabilità passa in capo al dirigente che si basa appunto sui due pareri.

«Se ci sarà parere negativo - dice Miato - l’insegnante dovrà fare in modo che l’alunno diventi consapevole e quindi possa uscire da solo, perché questo è il compito della scuola». Non ha nascosto che ci sono insegnanti recalcitranti in proposito.

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