nuovi imprenditori

«Gli ortaggi? Buoni ed etici, comprateli assieme a "Noi"»

Una bottega aperta da due giovani ex dipendenti del Sait, oggi neoimprenditori: «Dalla Sicilia senza mediatori: alta qualità e prezzi equi per produttori e clienti»


di Luca Marognoli


TRENTO. «Assaggi questo, il Piccadilly. Buono eh? Ma il “re” è quello, il datterino, mentre quello che vede là è il ciliegino, che nessuno ha, così grappolato: infatti l'abbiamo ribattezzato “genio”. E guardi il prezzo: 3,50 al chilo, mentre al supermercato lo trova a 4,20...». A Sebastiano Bampi, 28 anni, di Civezzano, che assieme a Emanuele Mattivi, 23, di Baselga di Pinè, ha aperto un negozietto di ortofrutta in piazza Mostra, non manca la capacità di “vendere” il prodotto. Ha lavorato diversi anni al Sait di piazza Lodron, dove era il responsabile del reparto ortofrutta e dove ha conosciuto il collega più giovane, che invece dirigeva la gastronomia. Ma qui oltre al marketing, che non guasta, c'è anche la sostanza. Pomodorini, zucchine e peperoni che riempiono di colore questa botteghina di 27 metri che ha ospitato per una vita un liutaio. Da ora in poi – assicurano – alla musica si sostituirà una sinfonia di gusti rigorosamente naturali.

La formula è semplice: offrire un prodotto che arriva dalla Sicilia come se fosse a chilometro zero. Fresco perché non conservato in maxifrigoriferi, ma raccolto in campagna, caricato sul camion e portato in piazza Mostra, a Trento. «Ieri è arrivato il primo carico e tra cinque giorni arriverà il prossimo: per allora dovremo avere venduto tutto», spiega Bampi. «La nostra forza è non avere intermediari: abbiamo cercato di eliminare tutti i passaggi non indispensabili».

Ma c'è anche un altro aspetto, che rende questi ortaggi oltre che buoni e freschissimi anche etici. «La nostra filosofia è quella di condividere. L'azienda si chiama “Noi” proprio perché vuole essere un abbraccio tra produttori, noi venditori e i consumatori. Tutti devono guadagnarci». I primi hanno la garanzia di un quantitativo costante da fornire, i secondi di poter offrire un prodotto di alta qualità a un prezzo competitivo, i terzi di servirsi ad una “boutique” dell'ortofrutta senza svenarsi. La condivisione si riflette sul fronte degli acquirenti: i prodotti, infatti, si vendono a “colli”, cassettine di 3 o 4 chili. «La famiglia che compra paga meno e si divide la merce», aggiunge Mattivi. «Abbiamo deciso di metterci in proprio perché volevamo essere noi a scegliere il prodotto senza sottostare a limiti qualitativi. La distribuzione dà dei termini tassativi: frutta e ortaggi devono arrivare sempre ma non è detto che siano al momento migliore di maturazione e vengono conservati in celle frigo molto potenti. La nostra scelta è di pagare il giusto senza chiedere sconti e di lasciare che la natura faccia il suo corso, garantendoci prodotti sempre di stagione e provenienti da una zona vocata. Il riscontro? Si ha quando il prodotto arriva in bocca...». Qualche prezzo: per i Piccadilly, 3,40 euro al chilo, per i ciliegini 3,50, per i datterini 4, per le zucche chiare (più saporite) e scure, 1,99, per i peperoni “corno rosso” 3, per quelli gialli 2,10. In arrivo arance e clementine. «La posizione è comoda per la logistica», dicono i due soci. «Siamo fuori dal giro al Sass, è vero, ma se hai un buon prodotto la gente si sposta».













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