IL CASO

Gli ex consiglieri diffidano la Regione per 2 euro di bollo 

Contestata a Piazza Dante l’imposta che da anni appare sulla nota di accredito dei loro vitalizi. Gli uffici del presidente Paccher hanno coinvolto l’Agenzia delle Entrate: la cifra va pagata. Con una sorta di beffa 


Gianpaolo Tessari


TRENTO. Due euro. E' la cifra che gli ex consiglieri hanno diffidato formalmente la Regione dal continuare a fare pagare loro come imposta di bollo sulle note di accredito mensili dei vitalizi. Una contestazione in piena regola fatta recapitare in Piazza Dante che si inserisce nella diatriba sui vitalizi degli ex eletti in Consiglio, diventata una sorta di questione di principio, da una parte e dall’altra. Stupisce però l’entità della cifra contestata, due euro, visto che parliamo comunque di emolumenti mensili sui 4 mila euro, in media. E c’è pure il finale a sorpresa che ha il sapore della beffa.

Negli uffici del Consiglio regionale è arrivata una nota dell’associazione ex consiglieri che, per tramite di un loro consulente, il professore ed ex senatore Giovanni Zaccagna, contestava l’applicazione dell’imposta dei due euro sulle note di accredito, importo che da anni è messo a carico delle persone destinatarie dei documenti in questione. Una questione tutta in punta di principio visto che si teorizzava, per citare, l'applicazione dell'imposta di bollo a motivo dell'applicabilità al caso di specie dell'esenzione prevista all'allegato B del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 642.

Ecco allora che gli uffici del Consiglio hanno chiesto un chiarimento sul tema all’Agenzia delle Entrate “ ai fini della corretta applicazione delle norme sull'imposta di bollo." Da Piazza Dante si faceva notare che “il tributo di bollo appare classificabile come imposta, piuttosto che come tassa, poiché non sussiste alcun collegamento tra importo sostenuto e vantaggio ricevuto dal soggetto inciso”. Ed il parere dell’Agenzia delle Entrate era in linea con quanto fatto sino ad ora, ovvero che i documenti in questione “sono soggetti all’imposta fissa di bollo pari ad euro 2. Nella fattispecie in oggetto trattasi delle note di accompagnamento dei pagamenti degli emolumenti spedite direttamente dal Consiglio regionale ai consiglieri ed ex consiglieri regionali, in cui vengono esplicate sia le poste creditorie sia quelle debitorie”.

Insomma i due euro vanno pagati da chi riceve i vitalizi ma il finale di cui si diceva è curioso. Il fatto che in Trentino Alto Adige si sia sollevato il tema, e che sia arrivato il parere ufficiale sulla legittimità dell’imposta, non poteva sfuggire anche ad altri Consigli regionali oltre a quello presieduto da Roberto Paccher. E così anche altrove ci si è attivati per mettere la famigerata imposta sulle note di accredito degli ex consiglieri temendo, diversamente, un intervento della Corte dei Conti ed un possibile recupero delle somme non versate. Insomma qui non verranno risparmiati due euro ed altrove si rischia di andare a richiedere il pregresso a migliaia di ignari colleghi dei nostri ex rappresentanti eletti. Se non è una beffa poco ci manca.

 













Scuola & Ricerca

In primo piano