Gli antichi sentieri per San Romedio tra storia e leggenda

Stasera a Cavareno la presentazione dell’ultimo libro di Fiorenzo Degasperi su arte e tradizioni del santuario


di Giacomo Eccher


CAVARENO. Stasera alle 20.30 nella sala Cassa Rurale Novella Alta Anaunia si tiene la presentazione del libro “San Romedio, una via sacra attraverso il Tirolo storico” con la presenza dell’autore Fiorenzo Degasperi. «Lo presenterà un giovane di Cavareno: Damiano Springhetti. Mi pare giusto dare spazio anche ai giovani», afferma con orgoglio l'assessora comunale alla cultura Raffaella Battocletti, che ha promosso l'iniziativa. Sono diverse infatti le vie che conducono al Santuario anaune: «Ogni villaggio dei dintorni ha il proprio sentiero, con le sue storie e le sue leggende. Il castello e i castellieri preistorici di Tavon, i palazzi “neri” e il sangue di antiche streghe a Coredo, le antiche vestigia reto-romaniche di Sanzeno, le coppelle preistoriche di Salter – scolpite dai ghiacciai a pochi metri dall’orrido precipizio, sull’antica via non a caso chiamata “senter de l’ors”, l’acqua sacralizzata e presieduta dalla nordica santa Brigida a Don. Tre vie scendono nella foresta, accompagnate dagli scrosci di torrenti e rii. Un’altra via invece, quella di Sanzeno, sale lentamente verso l'Eremo».

Nel libro Degasperi ripercorre il cammino attraverso il sentiero della storia, dell'arte e dell'immaginario fantastico. «Infatti – scrive l'autore - si può proprio dire che la figura di Romedio scaturisca dalle nebbie del tempo. La sua storia è ambientata in un territorio dove gli avvenimenti si accavallano e si confondono». L’Associazione Anastasia, che collabora con la Biblioteca di Romeno e il Comune di Cavareno nell’organizzare questa serata, invita tutti a partecipare perché il libro rappresenta una preziosa fonte di nuovi argomenti utili per arricchire le nostre conoscenze. «Varcata la soglia e salendo la scalinata è normale rimanere in silenzio, quasi a ricordare la solitudine contemplativa di Romedio. Salendo si avverte con chiarezza l’alternanza di strati di epoche diverse, i mattoni sapientemente lavorati e i sassi che nascono direttamente dalla roccia, i contrafforti arditi, il bianco che contrasta con l’azzurro del cielo e il verde della foresta». Perché, come conclude Raffaella Battocletti, «si sale in silenzio, perché nel silenzio parlano le pietre e nel salire, noi non possiamo fare altro che leggere ciò che le pareti di questo Santuario ci trasmettono fino verso la vetta e dentro il cuore».

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