Gli anti-inceneritore: «Pronti a mobilitare 1000 trattori»

Il presidente della Coldiretti Gabriele Calliari replica a Dellai che aveva accusato i trattori di inquinare più del termovalorizzatore: «Più che una battuta, è un'offesa bella e buona»



TRENTO. «Più che una battuta, è un'offesa bella e buona». Non è andato proprio giù, a Gabriele Calliari, presidente della Coldiretti, il commento di Dellai («Inquinano più i trattori») sulla manifestazione che sabato ha chiamato a raccolta tantissime associazioni (Confagricoltura, Nimby, Mountain Wilderness, Wwf, No Tav, Bruno, Popolo Viola, Busa consapevole, Gas, Mamme BioNike) contro l'inceneritore raccolte sotto il Coordinamento Trentino Pulito. Dal canto suo, l'assessore all'ambiente provinciale Pacher, parla di difensori di «egoismi individuali». Il presidente della Coldiretti, il giorno dopo la mobilitazione sull'inceneritore, non le manda a dire. Anche il Coordinamento Trentino Pulito prende posizione e ribatte a Dellai «noi abbiamo sfilato per poche ore, mentre "un inceneritore dalla lunga vita" è destinato ad emettere diossine, Pcb, metalli pesanti e nanoparticelle ininterrottamente per 20 anni» e Nimby ribadisce il no all'incenerimento perché «grandi passi sono stati fatti grazie alla costante e innovativa ricerca nel campo». Calliari, da parte sua, riflette sul senso della mobilitazione. Allora, come l'avete preso il commento del governatore «inquinano più i loro trattori»? Guardi, è stata una delusione, perché certe battute bruciano ancora di più quando hai considerazione di una persona. Dellai mi rappresentava lo statista lungimirante, ma così dimostra di essere miope e, lo scriva pure, arrogante. Se ridicolizza i nostri cento trattori (ricordo che non c'era solo la Coldiretti, ma anche la Confagricolura), vorrà dire che la prossima volta ne porteremo mille. Che significato ha avuto per lei la manifestazione di sabato? Questa manifestazione è stata una mobilitazione della gente, civile, non siamo più solo i contadini o Nimby, come eravamo 4 anni fa. Ora ci sono i sindaci, i giovani, le mamme e non è la battaglia della Coldiretti, perché anche noi, prima di pensare ai nostri meli e alle vigne, siamo cittadini che pensano alla salute. Eppure i contadini sono stati ritenuti, a torto o a ragione, il bacino del governo provinciale per eccellenza. Ai tempi della Dc lo eravamo sicuramente, ma oggi non più. Siamo liberi, dialoghiamo con tutti, ma abbiamo sensibilità diverse. Non abbiamo avuto problemi a invitare i nostri iscritti a votare per le comunità di valle, ma se adesso Dellai ci ridicolizza, non ho problemi a dire che andremo avanti con la nostra battaglia. Questa posizione rappresenta quella di tutti gli agricoltori? E' stata una decisione degli organi centrali. Se una volta, quando ci eravamo opposti all'inceneritore di 330 mila tonnellate, c'era forse più paura a prendere posizione, ora la mobilitazione si è diffusa. Magari i fumi dell'inceneritore preoccuperanno meno gli agricoltori dell'Alta Val di Non o del Primiero, ma noi siamo convinti della nostra possibilità di incidere. Come lo è stata in altre occasioni. In quali, ad esempio? Ricordo quando ci fu il progetto della bretella di Lavis e il comitato anti-Sepi si oppose. Ecco, in quell'occasione, quando vennero inaugurate le nuove gallerie, Dellai ebbe il coraggio di ammettere che quella protesta fu giusta, perché contribuì a trovare una soluzione migliore. Pensa che ci siano ancora margini per far cambiare idea a Provincia e Comune di Trento? Penso che il Trentino possa dimostrare di affrontare in modo diverso il problema dei rifiuti. Abbiamo centri di ricerca di eccellenza come l'Fbk, l'Università e abbiamo le risorse economiche per cercare soluzioni alternative. Il ragionamento va affrontato. Quale pensa sia la soluzione alternativa migliore all'inceneritore? Questa logica di incenerire non mi va, dobbiamo puntare sulla differenziata spinta. Con l'inceneritore ho capito che diminuisci il volume del residuo, ma non il peso: se deve bruciare, poi, va alimentato sempre e a fronte di 100 che brucia, produce 20. E' una logica che non va, la soluzione sta soprattutto nell'invertire la tendenza: dobbiamo produrre meno rifiuti.

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