Gli alpini trentini accolti dagli applausi «Grande emozione»

Pinamonti: «Un’accoglienza eccezionale». C’è chi è giunto in bici e chi ha portato gli sci. Da Grumes il cappello di Pojer



TRENTO. “Siamo tutti abruzzesi”: applausi scroscianti hanno accolto uno dei sei striscioni trentini ieri all’adunata dell’Aquila. Con il Comune del capoluogo abruzzese che ha risposto così: “Grazie alpini, con voi l'Aquila rinasce”. Alla sfilata 1.800 penne nere scese dalla nostra provincia, che con familiari e accompagnatori hanno raggiunto quota 3 mila. «L'accoglienza della gente è stato un momento bello e commovente», racconta il presidente Maurizio Pinamonti. «L'Ana qui ha lasciato un bel segno e noi, in particolare, siamo rimasti un lungo periodo».

In Abruzzo sono giunti anche alcuni gruppi in bici da Sant’Orsola e Denno, «qualcuno si è portato pure gli sci per andare sul Gran Sasso - prosegue Pinamonti - e quelli di Grumes hanno sfilato con il cappello di Marco Pojer, l’alpinista cembrano morto in Nepal che era membro del direttivo del gruppo: hanno voluto farlo partecipare spiritualmente». All’evento anche l’assessore Mellarini, numerose sindache e sindaci soci Ana. Per ospitare nella notte i volontari, i Nuvola hanno allestito degli attendamenti a Paganica, dove dopo il sisma fu realizzato uno dei tre campi della nostra Protezione civile.

Presente anche un trio di avvocati con la penna nera: Michele Busetti, che è consigliere sezionale, Andrea Bezzi e Luca Pontalti. «Un’adunata dal punto di vista logistico difficile per la situazione della città, ancora parecchio segnata dal sisma», dice Busetti. «Ma allo stesso tempo una città che ha ricevuto una fortissima scossa, senza voler usare battute inappropriate, proprio da questa adunata che ha portato 250 mila persone in un posto che ne aveva grande bisogno. Forse questa ondata di penne nere contribuirà a smuovere una situazione di stasi difficilmente spiegabile: a 6 anni il 90 % degli edifici inagibili o privi di interventi seri di ricostruzione è toccante».

Un bagno di emozioni. «Il rapporto con la popolazione è immediato. Sabato siamo stati a una rassegna di cori culminata in un inno di Mameli cantato all’unisono da cento coristi e da una chiesa intera. Ti dà il segno di un sentimento di appartenenza sopito che basta poco a fare emergere». Il presidente Pinamonti ha visitato comuni come Paganica, «dove i Nuvola costruirono case che dovevano restare temporanee ma che purtroppo sono divenute stabili». Anche per questo la risposta dei trentini è tata massiccia: «Ho visto una selva di gagliardetti», conclude Busetti. «C’erano più di 200 dei 271 gruppi sebbene fosse una trasferta impegnativa, di 7 ore, anche come costi. Ciò dimostra quanto fosse importante per noi essere presenti».(l.m.)













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