Gli alpini: «Salvate il Doss Trento»

All'adunata della sezione trentina il grido di dolore per il luogo simbolo


Roberto Gerola


TRENTO. Le penne nere trentine lanciano un appello agli amministratori pubblici: intervenite sul Doss Trento. E lo fanno con la tradizionale pacatezza e sobrietà, e nel corso della propria annuale assemblea sezionale. Il Doss Trento è il luogo simbolo del capoluogo se non del Trentino. Sulla sua sommità c'è l'unico Museo storico nazionale degli alpini conosciuto in tutt'Italia ma non solo, c'è il Mausoleo di Cesare Battisti, ci sono i resti di una chiesa paleo-cristiana, probabilmente il punto di avvio del cristianesimo in Trentino.

Il Doss Trento è anche stato luogo di spot del Fondo ambiente Italiano per la «Giornata Fai» nazionale. I restauri degli storici cannoni sono a metà. Occorre intervenire al più presto anche perché migliaia di penne nere in maggio saranno a Bolzano, passeranno per Trento e vorranno salire al Doss Trento. Il presidente Maurizio Pinamonti, nel suo intervento davanti alle autorità è stato chiaro: «Il nostro caro, quanto vituperato Doss Trento è in una situazione di semi-abbandono. Sono anni che chiediamo che la strada di accesso venga definitivamente aperta, accesso regolato, ma aperto. Chiediamo soluzioni a basso costo. Anche se l'ideale sarebbe il collegamento con ascensore dalle gallerie di Piedicastello (dedicate alle mostre) alla sommità del Doss Trento».

Con il progetto redatto da alpino - ingegnere ovviamente. Come sempre, gli alpini non chiedono soltanto, ma danno e fanno anche, e si sono impegnati per fare la loro parte. E Pinamonti ha annunciato che sarà prossimo un accordo-convenzione per realizzare i necessari lavori di restauro e risanamento delle murature del Museo da tempo gravemente deteriorato. L'accordo sarà con la scuola Enaip, la Regione militare, la Confindustria del Trentino, la Tassullo spa e l'Ana Trento naturalmente. «Abbiamo chiesto che il Comune condivida questo progetto» ha detto ancora.

Occorre insomma che il Doss Trento venga maggiormente coinvolto nella vita quotidiana trentina, tanto più che in un anno sono state 50.000 le visite al Museo e 6.000 solo nel fine settimana dopo lo spot del Fai che lo ha preso appunto come luogo lancio. A testimoniarlo, il generale alpino Stefano Basset responsabile del Museo. «L'impossibilità di accedere è concreta, ci ha detto ancora Pinamonti, e alle porte c'è l'Adunata nazionale a Bolzano. Il tempo per regolare e quindi permettere la salita alle auto come in ogni altro parcheggio, c'è ancora». Il sindaco Alessandro Andreatta tra le considerazioni sul ruolo degli alpini, i loro valori, le loro azioni, la loro solidarietà, ha avuto anche qualche parola sul Doss Trento «Abbiamo restaurato monumento e cannoni, abbiamo messo un custode, non voglio vedere auto sparse».













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