Gli alpini ad Asti pensando ai giovani

Circa 4 mila le penne nere trentine che andranno all’Adunata nel fine settimana. E c’è chi è già partito in bicicletta


di Roberto Gerola


TRENTO. Con i suoi 24.000 iscritti, la Sezione Ana di Trento guarda ai giovani in questa nuova edizione dell’Adunata nazionale in programma ad Asti nel fine settimana. Guarda ai giovani sull’input della sede nazionale con una serie di motti e per questo i “nostri” alpini sfileranno con una serie di striscioni proprio su di loro, perché sono ancora tanti nonostante la leva sia stata sospesa ormai da anni e il provvedimento, alla lunga, darà qualche problema all’associazione.

Ma c’è anche la consapevolezza del ruolo che le penne nere hanno nella società italiana ma non solo. Attraverso il volontariato gratuito portano avanti uno dei valori importanti dell’alpinità: la solidarietà. E la presenza degli alpini all’Aquila, ma anche in Emilia e in tanti altri luoghi colpiti da calamità, a partire dal Friuli esattamente 40 anni fa, è testimonianza del fare delle penne nere. Sono concetti e considerazioni queste che il presidente sezionale Maurizio Pinamonti puntualmente ricorda nelle cerimonie, nelle manifestazioni, ai raduni. E l’intervento a Rovereto sul Secchio (in Emilia) è l’ultima testimonianza di questa opera costante.

E passato un anno di impegni molteplici, gli alpini fanno la loro festa a livello nazionale, per ritrovarsi in allegria, ma anche per ricordare i Caduti di tutte le guerre e sotto ogni bandiera: altro valore di alpinità. L’Adunata per gli alpini ha anche lo scopo di rivedere vecchi compagni d’arma, altri commilitoni con i quali hanno condiviso la caserma, le marce in montagna, i campi invernali e quelli estivi. «Non ci sono altri scopi - dice Pinamonti - men che meno politici». E annuncia, che per la prima volta tra le autorità sfileranno anche i rappresentanti della Croce Nera. Si tratta dell’associazione che in terra austriaca ha compiti molto simili a quelli degli alpini: sistemare cimiteri militari, curare monumenti e ricordare quanti caddero per la propria bandiera. Non a caso la “croce nera” come riconoscimento di quest’azione è stata consegnata a numerosi esponenti alpini.

«Saremo tra i 3.500 e i 4.000 - dice ancora Pinamonti - come nelle precedenti edizioni. Si tratta di uno “zoccolo duro” di alpini che di anno in anno si prendono il tempo per sfilare, per vivere quelle due-tre giornate intense. E a differenza di qualche decina di anni fa, sono sempre più gli alpini che partecipano con la famiglia, ragazzini compresi, o con la morosa. Da rigorosa adunata di penne nere, da qualche anno a questa parte è divenuta festa popolare, di famiglia, con i cittadini residenti a condividere questo entusiasmo, questa allegria, questa dimostrazione di gioia di vivere».

Già ieri, sono partiti i gruppi, come alcune penne nere in bici (incuranti della pioggia) che hanno salutato Pergine alle 7.30 dal piazzale della Rotonda, per raggiungere Asti. Ma non sono i soli e forse non i primi. Dalle vallate, dai paesi di montagna, dalle città trentine, ma di tutta Italia. Il pellegrinaggio verso Asti è ormai iniziato. Dall’alpino al dirigente c’è uno solo scopo da perseguire: dopo le cerimonie ufficiali, si farà festa.

Gli striscioni elaborati dalla Sezione di Trento sono sette: “Il nostro impegno per costruire il domani”, “Il giovane corre più veloce ma il vecchio conosce la strada”, “L’Italia senza alpini è un futuro senza memoria”, “Cappello alpino: scrigno di ricordi, garanzia per il futuro”, “I valori alpini come faro per la gioventù”. Poi un riferimento al 100° della battaglia a Passo Buole “Passo Buole – Termopili d’Italia” e all’indimenticabile e tragica guerra bianca con “Adamello simbolo sacro”.













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