Giovani e lavoro, Bolzano ci straccia

L'assessore Bizzo: «Noi all'11º posto in Europa, Trento solo al 97º»


Luca Marognoli


TRENTO. Non perde occasione per dare addosso al Trentino l'assessore altoatesino Roberto Bizzo. Dopo aver fatto infuriare i sindaci dei nostri Comuni più piccoli, chiedendo di tagliare la loro busta paga, stavolta interviene per far notare il divario fra il tasso di disoccupazione giovanile delle due province. Dove "loro", gli altoatesini, recitano il ruolo dei supermen, noi trentini dei comuni mortali. Questo il dato: nella classifica stilata da Eurostat, la vicina provincia di Bolzano si attesta all'11º posto con una quota di giovani disoccupati del 4,2%, mentre per trovare la provincia di Trento bisogna scendere al 97º posto con una percentuale del 15,1.

L'Ufficio di statistica europeo ha preso in esame i valori di oltre 300 regioni. A livello nazionale - sottolinea Bizzo - l'Alto Adige si posiziona al secondo posto, in controtendenza rispetto al resto della penisola, dove negli ultimi due anni rilevati (2009 e 2010) il fenomeno della disoccupazione giovanile è stato in forte aumento. Una risposta che dimostrerebbe - sempre secondo l'assessore - come alcuni servizi giornalistici abbiano dato «un quadro sovrastimato della situazione riferita ai giovani disoccupati in provincia di Bolzano, fatto questo che ha fatto sorgere l'impressione che improvvisamente un gran numero di giovani altoatesini sia colpito da una situazione di grave disoccupazione».

Che il raffronto con noi trentini faccia poco piacere è indubbio, soprattutto quando a sbandierarlo è un "vicino di casa". Però la sostanza è questa: siamo "bravini" ma quelli oltre il confine di Salorno sono i primi della classe, o quasi. Franco Ianeselli, della segreteria Cgil, conferma i dati di Eurostat: «Il Trentino in queste statistiche europee si differenzia sempre dal resto d'Italia, ma l'Alto Adige fa meglio di noi e questo bisogna ammetterlo», afferma. «Perciò i nostri riferimenti devono essere l'Alto Adige, il Tirolo e le migliori esperienze europee. Anche in termini generali il Trentino si colloca al 4,4% di disoccupazione, mentre l'Alto Adige è sotto il 3%».

Come si spiega questa differenza di velocità tra due realtà così vicine ed egualmente autonome? «L'Alto Adige è un'anomalia ancora maggiore rispetto al quadro italiano e questo si spiega da una parte con il differenziale competitivo derivato dal bilinguismo e dall'altra con il fatto che in Alto Adige esistono delle piccole multinazionali "tascabili" che sono molto forti nell'esportazione. Poi c'è l'offerta turistica e del territorio che è anch'essa molto elevata. I provvedimenti che la Provincia di Trento sta assumendo puntano proprio a ridurre questo gap. La consapevolezza quindi c'è, ma bisogna lavorarci favorendo la crescita e sviluppando imprese più competitive».

In Europa cercano un impiego 22,7 milioni di persone e, di questi, 5,1 milioni hanno meno di 25 anni. Tra i ragazzi infatti la disoccupazione colpisce uno su cinque, il 20,5%. Ancora più dura in Italia, dove si sale a quota 27,6%. Questo dato, per quanto critico, è il migliore da settembre 2010, grazie a un progresso di 0,2 punti negli ultimi tre mesi.













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