Gilmozzi-Bozzarelli, sfida senza pathos

La segretaria cittadina sfida l’assessore che guida la grande coalizione con i big dietro le quinte. Affluenza, rischio flop


di Chiara Bert


TRENTO. Dopo lo scontro frontale nell’Upt tra Mellarini e Dellai, e dopo un congresso Patt che ha confermato segretario Panizza ma a prezzo di una pesante resa dei conti nel partito, quello del Pd si sta rivelando un congresso senza polemiche e sussulti, quasi senza emozioni, con il rischio di un’affluenza scarsa alle primarie di domenica in cui non saranno solo gli iscritti a scegliere il nuovo segretario. Condizione anomala per un partito, il primo partito del Trentino, che per anni si contraddistinto a più riprese per quella che tanti suoi esponenti hanno definito «una lotta per bande», culminata con le primarie perse per la presidenza della Provincia.

La «pacificazione» è arrivata quasi a sorpresa, alla vigilia di un congresso dove tanti avevano immaginato una sfida tra le due anime del Pd, quella governativa incarnata dal vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi (che si sarebbe candidato se non avesse dovuto dimettersi dalla giunta e che intende svolgere un ruolo di primo piano) e quella più movimentista che ha nell’ex assessora Donata Borgonovo Re (epurata da Rossi) la figura di riferimento. Invece niente di tutto questo, perché le due anime alla fine hanno sancito la «pax» in nome di un nuovo protagonismo del Pd, trovando in Italo Gilmozzi (già traghettatore nel 2013) il candidato per la segreteria. Origini margheritine, amico di Dellai e Pacher e assessore di Andreatta da due legislature, Gilmozzi è uomo di mediazione che sa andare d’accordo con tanti. Ha quasi tutti i big dalla sua (Olivi, Zeni, Borgonovo, Civico, Nicoletti, Ferrari, Maestri, Tonini e i renziani) e la scommessa per lui sarà reggere alle idiosincrasie interne e alle pressioni, ma anche dimostrare che l’unità non è solo un patto di potere in vista dei prossimi appuntamenti elettorali (la vicenda della presidenza A22 qualche indizio l’ha dato). La sfidante è Elisabetta Bozzarelli, trentenne segretaria cittadina e consigliera comunale, candidata di un gruppo di giovani amministratori che si è dato come primo obiettivo quello di ricostruire il rapporto (logorato) tra il partito e la sua base. Bozzarelli ha evitato un congresso con un candidato unico: ha tenuto in seconda fila i big (in lista solo il capogruppo provinciale Manica, fuori i Dorigatti, Pinter, Miorandi) ma dovrà vedersela con la potenza di fuoco degli assessori e consiglieri schierati con Gilmozzi. Domenica si vota dalle 8 alle 20 nei 52 seggi allestiti dal Pd (www.partitodemocraticotrentino.it): non serve essere iscritti, bastano carta d’identità e tessera elettorale (e aver compiuto 16 anni).













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