Furto bis a casa del notaio

Marito e moglie escono con i figli e i gioielli prendono il volo



TRENTO. «Un incubo, sono tornati. Ci avevano detto: nessuno ricapita mai sul luogo del delitto. Invece...». Bolzano, via Guncina, notte tra sabato e domenica. L'incubo è tornare a casa dopo una serata in famiglia e trovare la persiana tagliata come una scatola di sardine, la porta finestra bucata con un trapano, la camera da letto sconvolta e uno, due, tre, quattro, cinque contenitori di gioielli svuotati. L'incubo è che in quella stessa casa, una stanza più in la i ladri avevano appena portato via orologi per mezzo milione di euro. Era successo pochi giorni prima, la notte tra il l’8 ed il 9 maggio. Sempre a casa Pagano-Baumgartner.

Dice il notaio (che lavora fra Trento e Lavis) Patrizia Pagano: «Una sera, una sola maledetta sera siamo usciti tutti insieme. Dopo il primo furto era sempre rimasto qualcuno in casa. Mai neppure un'ora senza sorveglianza. Prima di quella sera. Sono bastate poche ore». Molto probabile che la famiglia sia stata controllata e spiata da lontano per giorni. E i ladri - appena hanno avuto il via libera - si sono ripresentati, non hanno lasciato impronte, la polizia dice che probabilmente si sono infilati guanti da giardiniere.

Il padrone di casa aveva appena affisso agli ingressi delle case vicine un avviso accorato: «Se mai aveste visto qualcosa avvertite le forze dell’ordine. E soprattutto state attenti». E invece, dopo gli orologi, i gioielli di una vita. Ricordi, regali preziosi, anelli ormai introvabili, pezzi unici. La padrona di casa non vuole quantificare il danno: «Non ci voglio neanche pensare».

Il colpo però è milionario. E ieri in mattinata c’è stata anche una telefonata tra la famiglia ed il questore Lucio Carluccio: «Faremo il possibile, setacceremo i ricettatori».

E' probabile che la stessa banda abbia compiuto il primo colpo e che sia poi tornata, dieci giorni dopo, a completare l'opera. Non senza essersi appostata, aver sorvegliato i movimenti della famiglia ora per ora, aver registrato spostamenti e orari, anche del personale di servizio. Probabile che si tratti di professionisti che arrivano da Brescia e da Milano che hanno un basista in zona al quale hanno pagato profumatamente le informazioni. Chi è entrato nell’appartamento di via Guncina è andato a colpo sicuro. Sapeva cosa avrebbe trovato.

Certo è possibile che i gioielli siano ancora in Alto Adige ma è più probabile che siano già fuori dall’Italia. Dopo il furto degli orologi era stata fatta la denuncia. E anche i controlli successivi non sembra abbiano trovato riscontri. Solo quella rassicurazione generica: «Di solito, non tornano mai sul luogo del delitto...». E invece sono tornati. E' questo l'incredibile. Marito e moglie sono tornati a casa a tarda notte di sabato ed hanno trovato l’amarissima sorpresa. Le scatole vuote sul letto. «Hanno portato via tutto. Questa settimana avevamo telefonato per farci installare l’allarme. Certo, adesso è tardi».

Oltre al danno, resta la paura. «Certo. Non chiudiamo occhio. Ad ogni rumore sbarriamo gli occhi. E vi assicuro che è un incubo andare a dormire pensando di incrociare un malvivente nel corridoio». In via Guncina e nelle zone adiacenti le persone adesso hanno paura e c’è chi si sta chiedendo se non sia il caso di assumere un servizio di sorveglianza privato per evitare di essere svegliati di notte dal ladro che ti gira per casa alla ricerca di qualcosa da rubare. Fa paura anche la vicinanza temporale dei due furti: il primo nella notte fra l’8 e il 9 maggio, il secondo sabato, nemmeno a dieci giorni di distanza.

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