sicurezza

Furti: in collina i cittadini si fanno i controlli da sè

Armando Stefani, presidente della circoscrizione Argentario: «Ma non sono ronde, cerchiamo la collaborazione con le forze dell’ordine»


di Sandra Mattei


TRENTO. «Chiamiamoli assistenti civici o come si vuole, ma è arrivata l’ora di intervenire in prima persona per porre un argine ai furti che stanno dilagando in città». Esordisce così Armando Stefano, presidente della circoscrizione Argentario, chiamato ad una riflessione sul fenomeno che vede ogni giorno un nuovo fatto di cronaca, dove le vittime sono i residenti, sia in città ma soprattutto in collina, colpiti nella loro intimità, presi di mira da malviventi che rubano non solo denaro e valori, ma anche vestiario e generi alimentari.

«Conosco famiglie e persone - aggiunge Stefani - che in queste settimane si sono sentite violate nella loro dimensione più intima, che è la propria casa. Preciso che la nostra circoscrizione si è occupata del problema della sicurezza più volte e, nell’ultimo documento approvato in marzo e condiviso da tutti i consiglieri, con l’astensione della sola Lega, abbiamo proposto alcune soluzioni. Tra queste la costituzione di un ufficio con competenze di intelligence, dove confluiscano le segnalazioni dei cittadini 24 ore su 24, per metterle in connessione e capire dove si stanno verificando situazioni a rischio ed agire di conseguenza. Ma questo non è più sufficiente».

Armando Stefani pondera bene le parole, perché sa che la proposta che andrà ad ufficializzare a breve, potrebbe essere tacciata di stampo leghista: «È ora che i cittadini si organizzino, perché una reazione di repressione o di maggior presenza delle forze dell’ordine, non è la risposta risolutiva al problema della sicurezza, considerato che le risorse saranno sempre di meno. È per questo che la Circoscrizione presenterà in un confronto sulle buone pratiche con altri Comuni, ce si terrà in gennaio, la proposta di organizzare dei volontari, che controllino il territorio, come è stato fatto a Bologna».

Possibile che il presidente dell’Argentario, di chiara fede Pd mutui dalla Lega le ronde? «Nessuno può mettere in discussione la sicura ispirazione democratica di una città come Bologna, ma non adottare questa esperienza, per paura di essere tacciati di populismo, non mi pare una buona idea. A Bologna li hanno chiamati “assistenti civici” e sono dei gruppi di volontari che dipendono direttamente dalla polizia municipale, ma che non si sostituiscono ad essa. Il loro compito è di fare osservare il corretto utilizzo dei beni pubblici, nei parchi e giardini, perché non ci sia un loro uso improprio e non diventino luoghi di degrado e di spaccio. Solo rafforzando la rete dei rapporti, nella quale tutti si sentono protagonisti e ognuno trova nella relazione con gli altri il motivo per superare l’omertà, si potrà contrastare la sensazione di insicurezza generata dai ripetuti furti».

A Bologna, nel 2014, le ore di servizio dei volontari sono state 60 mila, con una spesa di 175 mila euro per i volontari (2,75 euro di rimborso orario). «Penso che questa sia una buona idea - commenta Stefani - per prevenire la microcriminalità e per avere un filo diretto con le forze dell’ordine, perché spesso i cittadini colpiti non denunciano nemmeno i furti. Io stesso, come presidente della circoscrizione, non ho la possibilità di contattare direttamente i vigili di quartiere. È chiaro che quest’ultimi non possono essere sempre presenti, perché hanno molti compiti burocratici. Ma non si può nemmeno continuare a dire che a Trento il problema della sicurezza non esiste. Prima che la questione esploda, è arrivata l’ora di darsi una mossa».













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