festival economia

Fuga di cervelli, in dieci anni più che triplicati i laureati italiani andati all'estero

Il professor Balduzzi: "Il Paese punti sulla qualità dell'istruzione e sulla meritocrazia"



TRENTO. «Se i dati ufficiali indicano in 500.000 i giovani compresi nei quattro milioni e mezzo di italiani residenti all'estero, in realtà sono almeno il doppio, e tra questi i laureati, che 10 anni fa erano 6.000 e nel 2014 sono diventati 20.000». A comunicare i dati, che incrociano le indagini Aire e Istat, è stato Paolo Balduzzi, docente di Scienza delle finanze all'Università cattolica di Milano, protagonista dell'incontro "Coltivare e trattenere i talentì" nell'ambito del Festival dell'economia.

«I giovani stranieri - ha osservato Balduzzi - pensano che andare all'estero sia una necessità culturale, mentre gli italiani lo ritengono un requisito per trovare migliori condizioni di lavoro, soprattutto la meritocrazia». «Bisogna che il sistema Paese punti sulla qualità dell'istruzione - ha concluso Balduzzi - e della meritocrazia, in particolare, non con l'intento di fare rientrare i cervelli, ma di far diventare l'Italia attrattiva per gli italiani e per gli stranieri».

«L'Università di Trento - ha sottolineato il rettore Paolo Collini - cerca di dare la migliore esperienza formativa offrendo anche momenti formativi internazionali e poi cercando di diventare attraente per chiunque voglia venire a studiare a Trento: il mondo è fatto di mobilità e la nostra scommessa è attrarre tutti sia dall'Italia che dall'estero».













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Daniele Peretti