Fucili e pistole in casa di 13 mila trentini

Quasi la metà sono per la caccia e 130 per difesa personale. Le sospensioni? Per comportamenti minacciosi o abuso di alcol


di Jacopo Tomasi


TRENTO. Tra fucili e pistole, sono circa 13.000 gli appassionati del grilletto in Trentino. Senza contare coloro - e pare non siano pochi - che, legittimamente, tengono in casa un'arma, quasi sempre per collezionismo, senza poterla utilizzare.

I trentini si armano quasi esclusivamente per passione. Tra il 2007 ed il 2013, infatti, dalla questura di Trento sono state rilasciate poco più di 6.000 licenze per caccia ed altre 3.000 per tiro a volo. Sono invece appena 130 le licenze per «porto di pistola», rilasciate per difesa personale. Dati stabili, che dimostrano una grande attenzione sul versante della gestione e del rilascio delle armi, come ha sottolineato il questore di Trento, Giorgio Iacobone, in occasione della presentazione di un opuscolo sulla sicurezza durante la caccia.

«La nostra politica - ha spiegato - è tesa a favorire l'esercizio venatorio e quindi abbiamo massima tolleranza verso violazioni formali di tipo burocratico, ma siamo assolutamente severi, intransigenti e ferrei per quel che riguarda il rilascio del porto d'armi. Se un medico - ha proseguito - non rilascia un certificato di idoneità per cinque anni, ma solo per due o tre anni, noi non rilasciamo la licenza perché significa che a monte ci sono dei problemi che non si possono conciliare con la detenzione e l'uso di armi». Non mancano nemmeno i controlli sul territorio nei confronti di chi le armi le possiede già. Va detto, infatti, che ogni anno in Trentino vengono revocate o sospese, sulla base di denunce, querele o semplici segnalazioni che arrivano alle forze dell’ordine, una cinquantina di licenze per porto d'armi.

Nel 2012, per fare un esempio concreto, sono stati emessi 44 divieti rispetto alla detenzione di armi. Di questi, risultano 17 revoche (9 per caccia e 8 per tiro a volo) e 27 sospensioni. I motivi? «Quasi sempre per motivi di cattiva condotta che non si conciliano con la detenzione di armi», spiegano dagli uffici della questura. «Spesso per minacce, ma anche per abuso di alcolici», precisano.

L'obiettivo è quello di responsabilizzare chi possiede un'arma, spiegando che si tratta di uno strumento pericoloso. Lo stesso obiettivo che ha spinto l'accademia ambiente foreste e fauna del Trentino a realizzare, assieme alla questura di Trento e all'associazione cacciatori, un libriccino divulgativo (vedi box sotto) per spiegare come gestire correttamente e in sicurezza le armi per l'attività venatoria. E che è stato presentato assieme a Gianpaolo Sassudelli (presidente dei cacciatori), Edoardo Mori e Andrea Antolini (il primo ex magistrato il secondo avvocato e che insieme hanno scritto un manuale di diritto e balistica per il cacciatore).

In provincia, infatti, la maggior parte delle armi sono in possesso dei 7.000 cacciatori trentini. Fortunatamente gli incidenti non sono frequenti, in media due all'anno, ma prevenire è certamente meglio che curare e per questo è stato realizzato il vademecum affinché tutti sappiano come comportarsi al meglio durante le battute di caccia.

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