Frana, chiesto lo stato di calamità

Linfano, ieri nuovo sopralluogo di Mellarini. Danni: pagheranno Provincia (90%) e Comune di Arco



ARCO. Proseguono al Linfano le operazioni di rimozione dei grossi massi precipitati a valle in seguito alla frana che si è sganciata dal monte Brione da un'area di proprietà dei Pompeati, gli stessi di Palazzo Marchetti: la circolazione è regolamentata a senso unico alternato per consentire lo svolgimento delle operazioni. Ieri mattina c'è stato un incontro alla presenza tra gli altri dell'assessore provinciale Tizino Mellarini, del sindaco di Arco Alessandro Betta, del dirigente generale della protezione civile Roberto Bertoldi, del dirigente del Servizio prevenzione rischi Gianfranco Cesarini Sforza, dell'ispettore distrettuale Niko Posenato, del comandante dei vigili del fuoco di Arco Michele Alberti e del geologo Ernesto Santuliana: è emerso che nella prossima Giunta provinciale, in programma venerdì, verrà verosimilmente decretato lo stato di calamità, per garantire lo sblocco di fondi. Nel frattempo è stata revocata l'ordinanza di evacuazione per le due abitazioni laterali, mentre rimane per quella centrale effettivamente colpita e ovviamente per il residence Verde Blu fortemente danneggiato.

«Chiederò alla Giunta provinciale - spiega l'assessore Mellarini - lo stato di calamità. I lavori chiesti con procedura d'urgenza dal Comune verranno finanziati al 90% dalla Provincia. Per l'abitazione colpita e il residence attendiamo la perizia e valuteremo: saranno finanziati i lavori solo sulla parte danneggiata. Per le auto distrutte verrà riconosciuto il valore in base all'anno e al modello. Ora va fatta una verifica dal Cretaccio alle foci del Sarca da parte di un tecnico scelto dal Comune con l'appoggio dei servizi provinciali, dopodiché si deciderà il tipo di interventi da farsi: potrebbe essere l'ampliamento della zona "rossa" o la costruzione di un vallo».

Dal punto di vista del Comune, verrà consentito solo il ripristino (quindi anche la sistemazione delle case) e poi più niente: «Non si taglierà nemmeno un filo d'erba - afferma il sindaco Betta - finché in un paio di mesi non sarà pronto lo studio geologico su tutta la parete, per capire come muoversi e quale sia la situazione di rischio reale». A questo punto potrebbe essere in forse, più a sud, anche il piano di sviluppo dell'Amsa sui terreni ex Domenichelli, così come la prevista ciclabile che andrebbe a correre a fianco del Brione fino alla statale. Sotto osservazione c'è anche un ulteriore masso di discrete dimensioni, attualmente parso ben piantato nel terreno (lo si vede guardando dal piazzale del Verde Blu al limitare del bosco: fa parte della porzione di roccia staccatasi dal Brione): da subito era stato individuato, ma non è stato ritenuto pericoloso nell'immediato. (m.cass.)

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