Fra’ Luca, la carica dei primi 99 anni: «Ho tanto da fare...»

A Banco festa per il religioso: «A Dio chiedo solo una cosa, di mantenere testa e gambe buone per annunciarlo ancora»


di Giacomo Eccher


BANCO. «Mia madre mi ha detto che sono nato il 22 settembre 1913 nella frazione di Banco a Sanzeno».

Ha cominciato così, con semplicità francescana, il racconto della sua lunga vita ormai alla soglia del secolo padre Luca Parolini, classe 1913, che domenica è voluto tornare dopo 75 anni a celebrare la messa nella chiesa di Sant'Antonio Abate di Banco, la stessa dove nell'estate del 1937 aveva celebrato la sua prima messa. Quando padre Luca è nato, Banco era Austria e cinque anni dopo c'è stata l'annessione all'Italia dopo al grande Guerra. A 11 anni (1924) padre Luca, assieme ad alcuni coetanei di Banco (tra cui ben quattro cugini) è entrato nel collegio francescano di Lonigo in provincia di Vicenza. Qui ha frequentato il ginnasio, poi il noviziato a San Pancrazio di Barbarano, sempre nel vicentino, e dopo un anno di prova la professione religiosa. Il 4 luglio del 1937 è stato ordinato sacerdote a Venezia dal cardinale patriarca Piazza. Successivamente si è laureato a Roma in teologia dogmatica ed ha quindi insegnato nei vari studentati dei Francescani in Veneto e Friuli.

Superiore nel convento di Monfalcone (Gorizia) per sei anni, dal 1957 al 1963,è poi stato per ben 26 anni in Calabria come padre spirituale del seminario di Crotone, insegnante in seminario e nelle scuole pubbliche oltre che parroco di Altilia di Santa Severina. Tornato in Veneto nel 1990, da 22 anni è nel convento di Lonigo come confessore. «Ora, dopo 75 anni di vita sacerdotale, sento un po' la stanchezza degli anni (tra poco 99); alcuni giorni vanno “quasi bene”, altri giorni “quasi male”, ma significa che la vita va avanti», risponde il religioso a chi li chiede come va.

Al termine della Messa ha ringraziato tutti e soprattutto il Signore per tutti gli anni che gli ha donato. «Chiedo al Signore ancora gambe buone e testa buona per poter annunciare la sua parola e dire una parola di conforto alle persone che vengono a cercare il Signore in mezzo a noi».

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