Trento

Forza Nuova, il sindaco nega la sala per presentare il libro

Andreatta toglie il Comune dall’imbarazzo: «Volevano presentare un libro che divide, contro lo spirito d’accoglienza» 


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Non ha atteso nè il parere della Questura né l’inevitabile litania di interventi. Ieri all’ora di pranzo il sindaco Alessandro Andreatta aveva già deciso: «Appuntamento cancellato ed uso della sala negato. Dico no alla presentazione del libro di Forza Nuova in Sala Falconetto. E non per motivi politici, ma perchè si tratta di un testo che crea divisioni ed è contro lo spirito d’accoglienza che caratterizza la nostra città».

Esce dunque dall’agenda degli appuntamenti del Comune (era segnata in agenda per sabato 15, la vigilia di Pasqua) la serata che prevedeva la presentazione di un libro sponsorizzato da Ordine Futuro, piattaforma cultura online e cartacea che divulga le tesi della formazione di estrema destra Forza Nuova.

Il testo in questione? "Il campo dei Santi", scritto nel 1973 dal francese Jean Raspail e che si fregia dell'hashtag #defendeuropa, diventato negli anni una sorta di simbolo di chi contrasta l'immigrazione.

La scelta, quella di concedere la sala, è stata fatta in Comune dagli uffici che si occupano delle prenotazioni, senza avvedersi della portata politico-culturale della vicenda e di tutte le implicazioni, anche di ordine pubblico: «E’ così. Le verifiche però erano in corso e le notizie che avete pubblicato ci hanno abbreviato l’iter. Palazzo Geremia, dove c'è la sala Falconetto, è la casa del sindaco, la casa di tutta la comunità cittadina. E' una sala che concediamo spesso, per tanti scopi, anche per presentazioni di libri. Ma in questo caso la sala è stata assegnata senza rendersi conto, senza la consapevolezza che, in realtà, il libro non è certo una pubblicazione che fa crescere la città. E' una pubblicazione che, anzi, divide» argomenta il sindaco.

Una pausa, poi Andreatta continua: «E' un libro che non è coerente né con la storia né con l'identità della città. Qui, e questo vorrei sottolinearlo, non è una questione politica o partitica. Non è questione di essere di centrodestra o di centrosinistra, di estrema sinistra o di estrema destra. Non c'entra nulla. Chi viene in Comune per richiedere uno spazio, una sala, lo può fare anche se presenta delle proposte culturali diverse, con approcci diversi. Ma rimane una logica di fondo: l'argomento trattato deve essere in grado di rendere la comunità più attenta, più consapevole o matura. Questo io mi attendo da un incontro che si svolge a Palazzo Geremia. Tutto ciò nella differenza delle posizioni, nella diversità degli approcci. Anche nella diversità delle vedute politiche. Ma non può, al contrario, esserci la presentazione di un libro come questo».

Ecco la conclusione: «Lo Statuto della comunità di Trento, già nel preambolo, dice con chiarezza che la nostra è una città aperta al dialogo e al confronto con tutte le culture, con tutte le religioni e con tutte le categorie di pensiero. Vuole dire sì che è aperta, che è in dialogo, ma lo fa per costruire un'identità migliore. Non possiamo quindi ospitare un appuntamento che nega la solidarietà e l'accoglienza. Non possiamo fare passare l'idea che la nostra comunità, per di più dentro una sala istituzionale, non sia accogliente, solidale. Una città aperta a tutti ma, attenzione, nel rispetto di tutti. Dare il via libera ad un'iniziativa del genere ci porterebbe fuori: ma non da un'idea politica di chi oggi porta la responsabilità del governo della città, ma fuori da un'identità cittadina che ha una storia centenaria».













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