Forniture sanitarie: così Trentospende 200 milioni di euro

Duecento milioni di euro l’anno: ecco la fetta di mercato, in beni e servizi, creata dall’azienda sanitaria. E un’analisi approfondita rivela qualche sorpresa, per esempio che in Trentino si spuntano prezzi più vantaggiosi rispetto a Bolzano



TRENTO. I 200 milioni di euro all’anno che l’Azienda sanitaria trentina mette sul tavolo come investimento in beni e servizi la dice lunga su quanto le capacità di spesa degli ospedali possano fare gola al mercato. Così tanto che il mondo delle forniture e i rapporti che regolano gli acquisti sono un mondo molto complesso e per tanti versi misterioso.
 Un’inchiesta di Repubblica ha messo in luce però una situazione per molti versi inspiegabile: prodotti identici che subiscono mutazioni di prezzo da una Asl all’altra, da una città all’altra. Ma non di poco conto. Uno degli esempi che il quotidiano ha fatto riguarda Trento e Bolzano: lo stesso, identico defibrillatore pagato dal Santa Chiara 13.500 euro, in Sudtirolo vale 16.100 euro. Perché? E la situazione è molto diffusa, tanto che il Ministero si sta muovendo e la Commissione per gli errori sanitari intende aprire un’inchiesta. Il solo mercato dei dispositivi sanitari in Italia vale 7 mila miliardi. L’ipotesi romana è quella di arrivare a centralizzare - magari a livello regionale - gli acquisti.
 «Ho visto l’inchiesta - spiega Giacomo Salviti, direttore del servizio approvvigionamento - e in effetti ha fatto discutere nell’ambiente. Ci hanno già telefonato da Bolzano per sapere come facciamo a pagare così poco». Perché è curioso come le stesse Asl spesso non si parlino tra di loro sui prezzi che riescono a spuntare e ognuna ha una propria lista di proposte economiche. Ma, senza andare a pensare al malaffare o al giro di mazzette che pure non viene escluso nemmeno dal Ministero e che già nel recente passato aveva fatto capolino in alcune inchieste giudiziarie, la situazione registra una disparità inspiegabile: sullo stesso prodotto ci possono essere variazioni considerevoli, anche del 30 per cento.
 «Questo settore è molto complesso - spiega il dottor Salviti - ma posso dire che in Trentino riusciamo a spuntare dei prezzi molto buoni. Non c’è un solo motivo che ci porta a tali risultati, ma credo che l’affidabilità, da tutti i punti di vista, sia un biglietto da visita molto apprezzato sul mercato. Tra tutti, però, ci sono due aspetti che fanno la differenza: i tempi dei pagamenti e il rapporto di trasparenza con i fornitori. «Nel primo caso, il Trentino è un ottimo pagatore. Entro novanta giorni, e molto spesso prima, le fatture vengono saldate. Rispetto ad aziende che saldano magari dopo tre o quattro anni si capisce benissimo perché il fornitore sia disponibile a fare prezzi migliori qui piuttosto che altrove. Per quanto riguarda il secondo aspetto, noi ci affidiamo alle gare europee preparate con particolare cura. C’è la massima trasparenza e i fornitori acquistano fiducia. In questo modo la concorrenza che nasce diventa per noi la migliore garanzia di un buon prezzo». L’idea di un centro unico d’acquisti sovraregionale per spuntare affari migliori per Salvati è improponibile, già meglio uno regionale ma in determinati contesti. «Noi già lo abbiamo, essendo azienda unica. E abbiamo anche sufficiente massa critica per proporre il nostro prezziario».
 

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