Fiume di fiaccole in difesa dell'acqua

Almeno 300 persone hanno aderito alla manifestazione contro la privatizzazione


Ilenia Pedrazza


TRENTO. Erano certo più di trecento le persone che ieri hanno preso parte alla fiaccolata nel cuore della città per una manifestazione che ha visto radunarsi in via Belenzani le voci trentine contro la privatizzazione dell'acqua. Assai suggestiva la tappa in piazza Venezia per un momento simbolico in cui la fontana cittadina è stata circondata dalle fiaccole.
Tanti giovani, intere famiglie, ma anche l'associazionismo ambientalista e alcuni esponenti della politica e del mondo sindacale hanno voluto esserci, in occasione della giornata di mobilitazione mondiale per l'acqua pubblica e la difesa dei beni comuni. Giustizia sociale e ambientale, uno statuto trentino in difesa dei beni comuni, valorizzazione del ruolo della società civile trentina nei processi decisionali e salvaguardia del territorio le richieste dei partecipanti, in appoggio alla moratoria contro il "Decreto Ronchi" e per il ritiro della cosiddetta "Proposta Gilmozzi". «Siamo qui anche per i cambiamenti climatici in atto - ha affermato Luigi Casanova, di Cipra Italia, che riunisce le associazioni ambientaliste dell'arco alpino, che ha commentato così la privatizzazione dell'acqua - È scandaloso. È segno di una politica che non sa guardare al futuro. L'arco alpino è la riserva d'acqua d'Europa. I politici non si sono ancora accorti di questo». «Certi politici - ha ribattuto Francesco Porta, di Rifondazione comunista, auspicando la demercificazione totale dei beni comuni: «L'assalto ai beni comuni è un modo per investire soldi. Sarebbe limitativo concentrarsi solo sull'acqua. Chiediamo che la gente non continui a pagare per gli errori altrui». «L'acqua è un dono, fa parte del Creato da salvaguardare, da difendere come bene comune», ha commentato invece Salvatore Peri, del Centro ecumenico evangelico. Per tutelare il fatto che i territori possano gestire l'acqua, Jacopo Zannini di Sinistra Ecologia e Libertà del Trentino ha affermato deciso: «Chiediamo la ripubblicizzazione della gestione dell'acqua pubblica. Lavoreremo per la moratoria». Poi, uno striscione è stato srotolato dalla Torre Civica: «Abbiamo bisogno di sapere non privatizzato».

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