l’attentato

Finonchio, usata una bomba incendiaria

Rovereto, un innesco su una tanica di benzina ha permesso ai responsabili di allontanarsi. Indagine contro ignoti: nessuna traccia


di Luca Marsilli


ROVERETO. Le indagini per l’attentato incendiario che ha devastato i ripetitori di radio, televisioni e compagnie telefoniche sulla sommità del Finonchio, proseguono. E sulla base di ipotesi di reato di assoluta gravità. I responsabili - ad oggi ignoti - sono accusati di fabbricazione di materiale esplodente, danneggiamento a seguito di incendio e danneggiamento di sistemi informatici. Una specifica fattispecie introdotta nel 2008 per chi distrugge o danneggia sistemi informatici o telematici di pubblica utilità. Nel caso, come questo, che il sistema sia stato reso del tutto o in parte inservibile (per ripararlo, ci è voluto più di un milione) la pena va da 3 ad otto anni. Come severe sono le pene per la fabbricazione di materiale esplodente: da 1 a 5 anni. Messo tutto assieme, i responsabili rischierebbero concretamente una decina di anni di reclusione. Ma il condizionale è d’obbligo, perché in realtà ad oggi elementi utili per dare un nome a chi quella notte ha compiuto l’attentato non ce ne sarebbero. I rilievi compiuti sulla sommità del Finonchio non hanno permesso di trovare tracce di sorta - impronte sia di suole che di ruote, mozziconi di sigaretta, qualsiasi cosa - e il sito, ed è questa forse la cosa più incredibile, era del tutto privo di sistemi di sicurezza diversi da un giro di filo spinato. Nè allarme antitrusione nè telecamere. Considerato che è totalmente disabitato, basta non avere la sfortuna di trovare qualcuno a spasso per i prati sommitali. E forse proprio per questo l’attentato è arrivato in una sera fredda, tra un temporale ed un altro. Le scritte di rivendicazione in stile anarchico possono essere opera di chiunque.

Quanto alla dinamica, la prima ipotesi (benzina sparsa sui cavi e la porta della cabina al servizio dei ripetitori) si è rivelata non esatta. È stata usata una tanica di benzina - un pezzo del contenitore è stato trovato: è di fatto l’unico elemento in mano agli investigatori - ma trasformata in una bomba incendiaria. Con un innesco che ha dato agli attentatori il tempo di allontanarsi prima che divampassero le fiamme: ulteriore elemento di sicurezza per loro. Per questo anche l’accusa di fabbricazione di materiali esplodenti: usata in quel modo la tanica diventa di fatto una bomba, mentre versare benzina e poi darle fuoco sarebbe rientrato nel reato di danneggiamento a seguito di incendio. Un elemento inquietante anche perché prova un salto di qualità rispetto ai precedenti atti incendiari contro tralicci, mezzi delle poste e scambi ferroviari (andando a memoria) in cui o si era usata direttamente la benzina, o gli inneschi degli ordini - zampironi, rudimentali micce - non avevano funzionato. Evidentemente sbagliando si impara.

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