Fingono il pagamento, due imprenditori nei guai

I vertici della Cosbau, Refatti e Bonamini, sono finiti sotto processo per truffa ai danni di un’azienda che aveva fornito gli infissi per la facoltà di viticoltura



TRENTO. Avrebbero raggirato i legali rappresentanti di un’impresa bellunese assicurando loro di pagare 726 mila euro per la fornitura di infissi della nuova facoltà di Viticoltura di San Michele, senza mai versare il dovuto. Per questo sono finiti a processo per truffa e appropriazione indebita Aldo Refatti, 63 anni di Lavis, e Carlo Bonamini, 56 anni di Povo, rispettivamente amministratore delegato e presidente della Cosbau,quella che era stata l’impresa edile più grande del Trentino e che ora è stata messa in liquidazione. I due, entrambi difesi dall’avvocato Andrea Tomasi, sostengono che il reato non sussiste e che al massimo si è trattato di un inadempimento contrattuale. L’accusa sostenuta dalla pm Licia Scagliarini non è per nulla d’accordo.

Tutto ha inizio quando viene formata un’Ati, ovvero associazione temporanea di imprese, per partecipare all’appalto per la costruzione della nuova facoltà dell’Istituto di San Michele all’Adige.

L’atto di costituzione dell’Ati venne firmato davanti a un notaio nel 2009. La stazione appaltante era la Patrimonio del Trentino spa, ovvero la società controllata interamente dalla Provincia che gestisce gli immobili di proprietà di piazza Dante. Alla Ati partecipavano la capocordata Cosbau, la Sei e la Somec spa. Quest’ultima venne esclusa e sotituita con la bellunese Str infissi, che era rappresentata da Dino Uliana, 65 anni di Pieve d’Alpago.

Secondo l’accusa, il subentro di Str, infissi, però era stato concordato a condizioni molto svantaggiose a scapito dell’impresa bellunese. In particolare, i rappresentanti della Cosbau promettevano alla Str di stipulare dei patti parasociali che avrebbero riequilibrato i prezzi degli infissi concordati con la stazione appaltante e quelli che, invece voleva pratica la Str, che erano più alti.

Soprattutto, secondo l’accusa, la Cosbau avrebbe ingannato la Str assicurandole che la società di factoring che aveva acquistato il credito nei confronti di Patrimonio spa avrebbe versato il pagamento dei lavori. Infatti, la Cosbau aveva ceduto il suo credito alla Mps factoring e poi aveva assicurato la Str che la società di facoring l’avrebbe pagata in forza di una clausola nel contratto.

In realtà, secondo l’accusa, la clausola che prevedeva il pagamento della str infissi non era mai stata sottoscritta dalla Cosbau. Così la società bellunese non è mai stata pagata. Ha eseguito correttamente e completamente i lavori, per un importo di 726 mila euro. Ma on ha visto nemmeno un euro. Questo l’ha gettata in un grave dissesto finanziario che l’ha portata al fallimento. Poco dopo anche la Cosbau è stata messa in liquidazione con oltre 100 operai sulla strada.

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