Finanze, Trento a Letta «No ad accordi separati»

Pacher guida la delegazione a palazzo Chigi: «Trattativa unica con Bolzano l’autonomia si difende insieme». Lunedì il premier incontra Durnwalder


di Chiara Bert


TRENTO. Niente fughe in avanti, la trattativa finanziaria tra governo e Province autonome deve proseguire insieme, Trento e Bolzano. Al premier Enrico Letta, che lunedì sarà a Bolzano per incontrare il governatore Luis Durnwalder, il messaggio dei trentini è arrivato forte e chiaro: a palazzo Chigi, all’incontro sollecitato da Lorenzo Dellai, ieri pomeriggio si è presentata una delegazione a sei, guidata dal presidente della Provincia Alberto Pacher con gli assessori Ugo Rossi (candidato presidente del centrosinistra alle elezioni di ottobre), Alessandro Olivi e Mauro Gilmozzi, affiancati dagli onorevoli Dellai e Michele Nicoletti e dal senatore Franco Panizza. Un incontro politico e istituzionale insieme, quello di ieri nella capitale, che all’ultimo è riuscito ad anticipare quello che si terrà tra due giorni con il presidente della Provincia di Bolzano che ha rotto l’asse con Trento.

Da Roma i trentini portano a casa l’impegno di Letta ad avviare un tavolo di lavoro già a settembre, dopo la pausa di Ferragosto, sempre che a quella data il governo sia ancora in carica e non sia stato travolto dagli ultimatum di Berlusconi. Il presidente del consiglio ieri ha trovato il tempo per ricevere la delegazione trentina, e gli amici Dellai e Pacher, in una giornata campale per il suo esecutivo, appeso a un filo dopo la sentenza di condanna di Berlusconi in Cassazione. E per Pacher il bilancio è comunque positivo, se si parte dall’obiettivo più immediato che era anticipare Bolzano sui tempi e scongiurare trattative separate con le due Province.

«Usciamo soddisfatti da questo incontro», è il commento del presidente della Provincia a fine giornata, «il nostro obiettivo di fondo era mettere in moto un percorso di lavoro con il governo per riassestare e stabilizzare i rapporti tra la nostra autonomia e lo Stato». Pacher ha ribadito al premier la proposta finanziaria che due mesi fa, il 23 maggio, aveva spiegato al neo ministro per gli affari regionali Graziano Delrio: la Provincia è pronta ad accollarsi tutte le spese che lo Stato sostiene in Trentino, sia attraverso deleghe sia attraverso oneri, se questo avviene confermando il principio dei 9 decimi del gettito erariale che devono rimanere in Trentino. La Provincia si assumerebbe in carico le spese per le spese per le funzioni svolte sul proprio territorio dallo Stato, dalla giustizia alla difesa, alla gestione tributaria (per la parte finanziaria, mentre le funzioni rimarrebbero allo Stato) in cambio dell’eliminazione delle riserve all’erario (stimate in 187 milioni all’anno) che il governo Monti ha importo con il decreto salva Italia. Una partita che vale circa 400 milioni di euro.

«Abbiamo fatto presente al presidente Letta - spiega Pacher - quanto sia importante poter avviare questo percorso ad assestare il rapporto tra lo Stato e la nostra autonomia».

Da parte sua, il premier ha dato la sua disponibilità a parlarne con il ministro Delrio e con il titolare dell’economia Fabrizio Saccomanni, ma anche ad avviare un tavolo di lavoro. «Penso che sarebbe bene che il referente tecnico, se non della presidenza del consiglio, fosse del ministero dell’economia perché è lì che si gioca la partita finanziaria».

Ma al premier la delegazione trentina ha fatto anche un’altra richiesta, frutto di quella che è stata letta come una fuga in avanti da parte di Bolzano per gestire in solitaria la trattativa finanziaria con lo Stato. Un’azione separata che Trento punta con decisione a stoppare. «Abbiamo ribadito quanto sia importante che il percorso avvenga con una forte sintonia tra Trento e Bolzano, senza disallineamento nei rapporti tra le due realtà - sottolinea Pacher - l’accordo di Milano era unico, la partita dell’autonomia la difendiamo e la promuoviamo se ci siamo tutti e quanti insieme, al di là delle questioni specifiche dell’Alto Adige come la toponomastica. Anche perché dovremo andare alla revisione dello Statuto e questo lo possiamo fare solo insieme», aggiunge il presidente reggente riferendosi allo scontro dei giorni scorsi con le due proposte di riforma in campo, quella della maggioranza regionale e quella della Svp che ipotizza strade parallele tra Trento e Bolzano.

Sull’impostazione unitaria della trattativa, sottolinea Pacher, «il presidente Letta si è dimostrato totalmente d’accordo». A palazzo Chigi la delegazione trentina ha trovato «un presidente ovviamente preoccupato - spiega il governatore - per una situazione generale in evoluzione ora dopo ora». «Ma dal colloquio è emersa l’importante volontà di mettere in moto un percorso tra governo e Provincia che sia non solo politico ma anche tecnico, radicato anche all’interno dei ministeri». Per Pacher è questa la sola strada «per mettere la trattativa al riparo dalle turbolenze politiche». Sentenza Mediaset permettendo.

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