Film pedofili con Emule, nei guai

La Procura chiede il rinvio a giudizio per un operaio trentino



TRENTO. Scaricare video musicali gratis con Emule rischia di costare davvero caro a un operaio di 45 anni di Trento. L'uomo si è ritrovato sulla testa l'accusa di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Il pubblico ministero Alessia Silvi ha chiesto il rinvio a giudizio nei suoi confronti. Ora rischia una pena fino a tre anni di reclusione.

L'uomo è accusato di aver scaricato un video a sfondo pedofilo e delle fotografie dello stesso tenore usando il famoso programma di peer to peer, ovvero di scambio di file. Secondo la polizia postale di Cremona, l'uomo avrebbe scaricato dalla rete un video civetta a sfondo illegale e poi lo avrebbe conservato sul computer.

L'indagine è stata condotta prima alla polizia di Cremona e poi da quella di Brescia e, infine, la posizione dell'operaio è stata trasmessa a Trento per competenza, dal momento che il reato si perfeziona nel luogo in cui il materiale viene scaricato e detenuto. Gli agenti della polizia postale hanno bussato alla porta dell'uomo e hanno sequestrato il computer. L'uomo aveva cancellato le fotografie, ma aveva tenuto il filmato. L'operaio ha spiegato che non era sua intenzione scaricare dalla rete materiale pedopornografico.

L'uomo ha detto di essere interessato ai video musicali degli anni'80. Ha anche spiegato che il titolo del video che ha inserito nel programma di ricerca di Emule era chiarissimo. Purtroppo per lui non ha controllato subito, però, il contenuto del file che ha scaricato. I programmi peer to peer come Emule permettono di scaricare file da altri computer. Si tratta di un collegamento diretto con altri pc in linea. Spesso, però, accade che il titolo non corrisponda ai file inseriti. In altre parole, può accadere che un utente creda di scaricare un film di cassetta e, invece, si ritrova nel computer un film pornografico.

La difesa dell'operaio punterà proprio su questo elemento. Sul fatto che l'uomo voleva scaricare un filmato e dalla rete ne è arrivato un altro con il titolo uguale o simile. Il fenomeno della condivisione online dei file è ormai diffuso da anni e interessa moltissimi utenti della rete internet. Da anni i giuristi discutono se sia o meno violazione del diritto d'autore e quindi reato. L'operaio trentino, però, è in guai molto più seri. Nei suoi confronti la Procura ha avanzato l'accusa di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. L'uomo si difende dicendo anche che ha anche cancellato immediatamente le fotografie a sfondo pedofilo, mentre il filmato non lo ha neanche aperto. Per l'accusa, invece, aveva tutto il tempo di rendersi conto che quello era materiale pedopornografico.













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