il caso

Festa di Capodanno senza botti

Dopo l’ordinanza di Rossi, scattano i divieti anche nel Comuni.  Ma Trento e Rovereto non si adeguano



TRENTO. Il primo è stato il presidente della Provincia Ugo Rossi che il 18 dicembre ha firmato l’ordinanza che impone il divieto di sparare petardi, mortaretti o fuochi d’artificio in tutto il territorio provinciale «extraurbano». Troppo alto, viste le particolari condizioni meteo, il rischio di provocare incendi. E sono stati tanti i sindaci che hanno accolto l’invito di Rossi e hanno firmato le ordinanze per il divieto di sparare botti di qualsiasi tipo all’interno del perimetro comunale. Sono 31 le ordinanze pubblicate sull’albo telematico trentino e portano tutte una data compresa fra mercoledì e giovedì scorso. Per quelli che mancano all’appello c’è ancora il tempo per intervenire con il divieto. Cosa che non pare intenzionata a fare, ad esempio, l’amministrazione di Rovereto che invita tutti a moderare l’uso di mortaretti e simili ma che non ha intenzione di intervenire con un divieto. Stessa linea per quella di Trento. La giunta si incontrerà per l’ultima volta quest’anno domani ma la questione fuochi d’artificio non è all’ordine del giorno.

E quindi se avete fatto scorta di fuochi d'artificio, razzi e petardi per salutare il passaggio fra il 2015 e il 2016, fate ben attenzione alle ordinanze del Comune dove volete festeggiare. Il divieto è già stato deciso in Vallagarina a Terragnolo, Volano, Besenello Vallarsa, Pomarolo. E poi in Giudicarie-Rendena a Preore, Brione, Pelugo, Bondone, Storo, Valdaone, Condino, Comano e Bleggio Superiore e a Pelugo. Fra le val di Non e Sole, il divieto è stato deciso dai sindaci di Cis, Ton, Rabbi, Terzolas, Terres, Caldes. Nella zona del Primiero, a Mezzano, Siror, Tonadico. Per la Valsugana, divieti già decisi a Ivano Fracena, Novaledo e Tenna. Infine Fiemme e Fassa «no» ai botti e simili a Cavalese, Castello Molina di Fiemme, Vigo di Fassa, Pozza e Moena. Per la Valle dei Laghi si è mosso Calavino con il divieto già messo nero su bianco.

Più o meno il tenore delle ordinanze comunale è lo stesso e prendono spunto da quanto scritto dal governatore Rossi della sua di ordinanza. Ossia «in occasione delle festività natalizie è uso e consuetudine festeggiare con lo sparo di petardi e botti di vario genere; le serie conseguenze negative che i petardi possono determinare in conseguenza a tali pratiche possono verificarsi danni materiali al patrimonio pubblico e privato, come pure all’ambiente naturale con incendi boschivi o danni alla vegetazione in ambito urbano, problematiche aumentate dalla situazione di eccezionale siccità di questo periodo e dalla mancanza di precipitazioni nevose». Previste naturalmente le multe (da 25 a 500 euro) per chi decidesse di trasgredire. E quindi quest’anno c’è anche la particolare condizione meteo fra le cause che hanno portato tanti amministratori a bandire i botti. C’è chi prevede espressamente anche il divieto di lanci di mozziconi di sigarette (coma a Preore) e chi invece ha deciso di valutare le varie situazioni. A Rabbi, ad esempio, sono previste possibili deroghe su «richiesta scritta e motivata» per particolari manifestazioni. (m.d.)

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