Ferrovia, il maxiblocco del Brennero

Lavori per oltre tre mesi in Austria da giugno a settembre. Interbrennero: «Per noi perdite del 40 per cento»


di Roberto Colletti


TRENTO. Saranno soppressi più di 5 mila treni, una valanga di 135 mila tir si riverserà sulle strade, il trasporto su rotaia perderà per mancati guadagni oltre 100 milioni di euro. Tutto accadrà tra l'11 giugno e il 30 settembre, tra poche settimane, quando la ferrovia del Brennero verrà chiusa nel tratto austriaco tra il valico e Innsbruck per lavori di ristrutturazione. Se i passeggeri saranno trasferiti in pullman, per il traffico merci sarà un duro colpo. «Abbiamo fatto il possibile per contenere gli effetti del blocco» dice Giuseppe Detomas, presidente di Interbrennero «ma per il 2012 stimiamo un perdita del 40% della movimentazione».

Il blocco ferroviario era annunciato da tempo, da almeno un paio d'anni, accolto con vaga incredulità. «Sembra impossibile che si debba bloccare il Corridoio 1 europeo, si troverà un altro modo...» si diceva. Invece è successo. Le ferrovie austriache hanno esaminato diverse ipotesi, dall'interruzione secca alla diluizione dei lavori in tre anni e alla fine hanno scelto la soluzione di compromesso: traffico su un solo binario da giugno a settembre e, all'interno di questo periodo, chiusura totale dal 6 agosto all'11 settembre e durante 6 fine settimana, dalle ore 8 del sabato alle ore 4 del martedì. A conti fatti oltre 60 giorni di blocco totale su 3 mesi e mezzo di lavori. Nei giorni a traffico alternato saranno salvi i percorsi internazionali dei treni passeggeri, si concentreranno di notte i convogli merci, ma lo sconvolgimento delle comunicazioni è inevitabile.

«I tecnici ci hanno confermato che su quella tratta di 36 chilometri da Innsbruck al valico i lavori sono indispensabili: gallerie da sistemare, ponti da consolidare, armamento da sostituire. Certo, ci si potrebbe chiedere perché mai le Ferrovie austriache non abbiano optato per una manutenzione costante, evitando l'intervento drastico... noi ci siamo dedicati ad affrontare l'emergenza» spiega Detomas. Emergenza che per l'interporto trentino significa un calo del traffico del 40%. «Flessione, va detto, imputabile non solamente al blocco della linea - questo inciderà per il 25% - ma anche alla recente eliminazione da parte della Corte di Bruxelles dei divieti settoriali imposti dall'Austria al traffico su gomma» precisa il direttore di Interbrennero, Flavio Maria Tarolli. Due eventi che hanno indotto Interbrennero a chiedere un mese e mezzo di cassa integrazione per 18 dei suoi 38 dipendenti ed a concentrare in quel periodo il completamento dell'elettrificazione dei terminal.

Per quanto riguarda il traffico su ferrovia in generale, contro i 55 milioni che saranno investiti dall'Austria, Tarolli stima che verranno meno 90 treni merci al giorno (al Brennero i passaggi giornalieri totali, merci e passeggeri, sono circa 160) con un mancato guadagno per il sistema ferro di oltre 100 milioni di euro “con il pericolo che le merci, posto che i contratti si fanno per lunghi periodi, una volta tornate su gomma, stentino a ritornare sulla ferrovia”. Possiamo inoltre aggiungere il timore, forse la certezza, che quest'estate l'Autobrennero già oggi intasata nei fine settimana, sarà costretta a sopportare un robusto incremento del traffico anche negli altri giorni. Se ne avvantaggerà il suo bilancio, gli autotrasportatori avranno l'opportunità di rimettere in ordine i loro conti, ma ciascuno dei 90 treni che verrà a mancare ogni giorno, trasporta 25 Uti, l'equivalente di un tir. Ebbene, moltiplicando 25 carichi per 90 treni fa 2.250 tir in più che si riverseranno quotidianamente sull'autostrada. C'è da sperare che molti passino da Tarvisio o dalla Svizzera, con il rischio tuttavia di non rivederli più. Insomma, prospettive complesse e non tutte favorevoli, nonostante l'ammodernamento della tratta austriaca sia indispensabile.

«Abbiamo messo in sicurezza l'interporto trentino difendendo, con successo, il mantenimento del maggior numero possibile di convogli Ro.la - l'intermodale accompagnato - anche per non caricare con altri tir l'A22, abbiamo ottenuto la cassa integrazione in deroga, abbiamo programmato corsi di formazione per il personale» conclude Detomas. «Ci auguriamo che i tempi del blocco non si allunghino. In ogni caso noi siamo pronti».

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