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Fedaia, l’impianto Graffer al capolinea

Vita tecnica e concessione sono in scadenza: la vecchia “cestovia” rischia di rimanere chiusa già da quest’inverno



PASSO FEDAIA. Il vecchio impianto Graffer che collega passo Fedaia e Pian dei Fiacconi (ai piedi del ghiacciaio della Marmolada) ha le settimane contate, con il rischio (concreto) che dopo oltre quarant’anni di esercizio possa rimanere chiuso a partire dalla prossima stagione invernale.

Dopo una serie di proroghe concesse di anno in anno dalla Provincia, si trovano infatti ora a coincidere due scadenze fondamentali: quella della vita tecnica dell’impianto, ma anche la scadenza il 4 dicembre della concessione funiviaria alla Funivie Fedaia Marmolada srl, della famiglia Graffer.

E’ la fine (ingloriosa) di un impianto che ha segnato la storia dello sci, da quando Nino Graffer, proprio in Marmolada, inaugurò l’era del turismo invernale. L’attuale impianto è proprio quello che resta - rimodernato negli anni, fino al decadimento attuale - della visione che aveva avuto il pioniere trentino degli impianti di risalita. Tutto questo mentre lungo i versanti veneti della Marmolada la società Funivie Marmolada di Mario Vascellari ha completamente rinnovato le tre funivie che collegano Malga Ciapela (1.450 metri di quota) a Punta Rocca (a 3.265 metri) meta degli appassionati del freeride, ma anche dei turisti che giungono da tutto il mondo per godere il panorama dalla Marmolada, un “marchio” conosciuto in tutto il mondo.

Per capire quale potrà essere lo sviluppo (anche turistico) della Marmolada trentina (cioè la maggior parte di questa montagna) la Provincia non è di grande aiuto. Predisposto dagli uffici provinciali nella primavera del 2013 il Piano di Sviluppo non è mai stato esaminato (né tantomeno approvato) dalla giunta provinciale. Si tratta di un documento indispensabile per qualsiasi intervento nell’area del ghiacciaio. La bozza prevede la possibilità per gli impiantisti di prolungare l’attuale impianto da Pian dei Fiacconi a Sass Bianchet (poco sotto Punta Rocca) ma chi investirebbe decine di milioni di euro (di questo si tratta) in assenza di una previsione urbanistica ufficiale?

Così per il vecchio impianto Graffer gli scenari sono due. Il primo: la società controllata da Filippo Graffer (figlio di Nino) potrebbe ottenere una proroga della vita tecnica dell’impianto (e della concessione) di altri cinque anni. E i tecnici sono impegnati in una serie di interventi di manutenzione, anche se l’amministrazione provinciale (che tiene l’impianto sotto stretta osservazione dopo che nell’estate 2013 si era staccata addirittura una cabina) pare intenzionata ad adottare un atteggiamento molto severo nei confronti dell’impianto più datato del Trentino, gestito da una società che ha i conti in rosso e che ha attraversato di recente alcune trasformazioni interne, ad esempio l’allontanamento dell’architetto di Canazei Enzo Soraperra che per un periodo aveva amministrato la società per conto di Graffer.

Il secondo scenario possibile è il mancato rinnovo della concessione a Graffer, con l’arrivo di nuovi soggetti imprenditoriali intenzionati a investire sulla Marmolada trentina. E chissà se la Provincia - scaduta la concessione - deciderà di approvare finalmente il piano di sviluppo. Un’ipotesi che comporta comunque la chiusura dell’impianto per almeno due stagioni. Uno scenario che Graffer vede come un complotto ai suoi danni tanto che l’imprenditore - si legga il pezzo accanto - già annuncia la battaglia.













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