Fanno causa a Maroni per la foto rubata

Il leader della Lega usava sul profilo twitter e su Facebook un’immagine che era stata costruita da una rivista trentina



TRENTO. Sembra la storia di Davide contro Golia. Ma gli editori di «Così e Cosà», rivista satirica della Valsugana, non ci stanno proprio a farsi intimidire dal nome del loro avversario. Vogliono farsi riconoscere quello che è loro, nel caso specifico un'idea che si è tradotta in un fotomontaggio. Così da Trento partirà una causa nei confronti del gran capo della Lega nord Roberto Maroni. Oggetto del contendere, appunto, un fotomontaggio che il nuovo leader del Carroccio ha scaricato dal sito della rivista trentina e ha usato sul suo account Twitter e sulla pagina Facebook del gruppo "Questa è la Lega". Un fotomontaggio spiritoso che era stato pubblicato sul numero di ottobre 2010 della rivista e che compare ancora adesso sul sito internet di «Così e Cosà» che attualmente è diffusa soltanto online. Il fotomontaggio riproduce Maroni come se fosse un man in black, dall'omonimo film con Will Smith e Tommy Lee Jones, seduto con lo sguardo da duro, vestito di nero e la mano sinistra appoggiata su un fucile antimarziani cattivi. Accanto a lui un cane carlino, giacca e cravatta nera anhe lui, dall'espressione buffa. Sotto la scritta: Maroni in black. Il fotomontaggio compariva sulla prima pagina della rivista. All'interno il fotomontaggio era corredato da un articolo scritto dall'attuale direttore della rivista Fabio Peterlongo che prendeva in giro Maroni e la Lega. Tutto partiva dal fatto che in quei giorni l'Onu aveva nominato un ambasciatore per trattare con eventuali extraterrestri in visita. Alla rivista, che è pubblicata dalla Bra editrice di Alessandro e Roberto Bencivenga, si sono chiesti chi avrebbe potuto essere, in Italia, l'ambasciatore presso i marziani. Ed è venuta fuori l'idea di Maroni in nero. L'idea deve essere piaciuta così tanto anche al leader della Lega che se ne è appropriato. La cosa non è piaciuta all'editore Alessandro Bencivenga che si è rivolto agli avvocati Nicola Degaudenz e Paolo Dal Rì. E' partita una lettera con la richiesta di un riconoscimento, non solo economico, ma dall'altra parte è stato risposto picche. Così adesso partirà la causa civile.

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