Ex Michelin, il «Muse» diventa realtà

La struttura avveniristica del nuovo Museo delle Scienze è stato consegnato alla città



TRENTO. La struttura del Muse, il Museo delle Scienze progettato da Renzo Piano nel nuovo quartiere che sta sorgendo nell'area ex Michelin, a Trento, è realtà: la struttura è stata consegnata, alla presenza del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, dell'arcivescovo di Trento monsignor Luigi Bressan, del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, del direttore e del presidente del Muse, Michele Lanzinger e Marco Andreatta e dell'architetto Renzo Piano, nonché di altre autorità. Anche il pubblico potrà visitare gli spazi vuoti del Muse, in attesa che inizino le operazioni di allestimento. Accadrà sabato 7 luglio, alle ore 10 e alle ore 15: gli interessati possono prenotarsi allo 0461 270311. Una volta completato l'allestimento, il Muse verrà aperto al pubblico entro il 2013.

«Credo che Trento sia conosciuta nel mondo e in Europa per il Concilio - ha detto il sindaco Andreatta - ma in futuro lo sarà anche per il Muse. Il Museo diventerà una delle icone della nostra città, per la qualità progettuale di questo edificio, per il contesto in cui si trova e anche perché ci ricorda un'epoca di grandi trasformazioni urbane. Una fabbrica importante, la Michelin, che se ne va e un'area che da problema è diventata un'opportunità: ecco la sfida. Una sfida che abbiamo affrontato così, dando a questo luogo due funzioni pubbliche: quella propria del museo ed un grande parco urbano di cinque ettari».

«Quando si finisce un progetto - ha detto invece Renzo Piano - è un momento emotivo importante per un architetto, da quel momento in poi il progetto non è più tuo. Abbiamo lavorato dieci anni qui e questi dieci anni sono stati importanti; qui c'è coesione, c'è entusiasmo. Siamo riusciti a fare questo edificio in tempo e rispettando il budget, quasi un miracolo. Questa però non è la fine del progetto; oggi vi è la consegna degli spazi alla città e al Museo, affinché vengano riempiti di contenuti. La vera sfida inizia ora».

Infine il presidente Dellai, sul palco con l'assessore alla cultura Franco Panizza. «E' stata una buona idea prevedere questo momento, una tappa di avvicinamento all'inaugurazione finale di questo nuovo spazio - ha detto il presidente della Provincia - . Qui abbiamo fatto un forte investimento di risorse pubbliche, sul piano finanziario, ed è giusto che diamo conto passo passo di come si costruiscono queste realtà, di come prende corpo un progetto del genere. Siamo veramente orgogliosi di vedere, assieme a tutti i cittadini che sono qui, che sta prendendo corpo una nuova stagione dell'architettura trentina, ad opera di firme importanti a livello internazionale assieme ad architetti del nostro territorio».

Il Muse è un museo delle scienze di nuova concezione, che coniuga natura, scienza e tecnologia. Sorge nell’area dismessa dell’ex fabbrica Michelin, dove l'architetto Renzo Piano ha progettato il nuovo quartiere residenziale esteso su un'area di 11 ettari da palazzo delle Albere a Via Monte Baldo e dalla linea ferroviaria fino alla sponda sinistra dell’Adige: obiettivo dell’intervento è restituire alla città il suo corso d’acqua, riqualificando l’area tra il centro storico ed il fiume.

L'edificio è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti; in alto le grandi falde della copertura, che ne assecondano le forme, rendendole riconoscibili anche all’esterno. Partendo da est, il primo volume contiene funzioni non accessibili al pubblico quali uffici amministrativi e di ricerca, laboratori scientifici, spazi accessori per il personale. Troviamo poi, allineato con l’asse principale del quartiere, lo spazio per la lobby che attraversa l’intera profondità dell’edificio ritrovando a nord l’affaccio sull’area verde di palazzo delle Albere. Il tema scientifico della montagna e del ghiacciaio è poi affrontato immaginando un serie di spazi espositivi che dal livello più basso salgono via via in altezza fino quasi a “sfondare” la copertura. Altro spazio/funzione che definisce l’edificio e la sua forma, è quello della “rain forest”: una grande serra tropicale che in particolari periodi dell’anno potrà relazionarsi con specifici allestimenti espositivi, anche all’esterno, su appositi spazi di pertinenza dove l’acqua, la luce ed il verde, faranno da naturale scenografia all’esperienza del visitatore. Le funzioni didattiche ed i laboratori per il pubblico vengono allocate in una successione di volumi che, staccati da terra, affiancano il percorso espositivo permettendo di suggerire, per ogni tema affrontato, un approfondimento o un esperienza interattiva.













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