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Essere omosessuali e vivere la caserma? Si può fare

La presentazione del gruppo dei vigili del fuoco contro l'omofobia



TRENTO. Essere un vigile del fuoco (ma pure un poliziotto, un carabiniere, un vigile urbano, un finanziere) ed essere gay. Di questo si è parlato ieri pomeriggio nel primo evento che è stato organizzato sul tema e che è stato l’occasione per la presentazione del gruppo «Vigili contro l’omofobia». In tanti hanno preso la parola (la referente dell’Oscad, la presidente di Polis aperta) e fra questi anche Niccolò Mascher che ha portato la sua esperienza diretta.

Ha raccontato di come lui abbia sempre vissuto la sua omosessualità con serenità in famiglia e con gli amici. Ma «temeva» la reazione del suo outing in caserma, quella dei vigili del fuoco volontari di Mattarello. Dopo la sua adesione ad Arcigay ha trovato il coraggio di parlare con il suo comandante. Che ha reagito positivamente come i colleghi. Ad ascoltare le testimonianze i rappresentanti di polizia, guardia di finanza, carabinieri polizia locale (di Trento, Rovereto e Pergine) e dei vigili del fuoco permanenti e volontari. Una platea attenta a quanto veniva raccontato e dalla quale è arrivata anche la proposta finale.

A farla Filomena Chilà, la rappresentante del Commissariato del governo che ha stuzzicato l’assessora Sara Ferrari per dar vita ad un tavolo di confronto fra tutte le forze di polizia e i vigili del fuoco sul tema. Un pomeriggio carico di positività forse impensabile solo una decina di anni fa.













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