la replica della società 

«Era una camera per studenti, presenteremo subito l’appello»

TRENTO. La Toxon affida ad un comunicato stampa la replica alle dichiarazioni dell’avvocato Schuster. Un comunicato con il quale la società annuncia di voler ricorrere in appello contro la decisione...



TRENTO. La Toxon affida ad un comunicato stampa la replica alle dichiarazioni dell’avvocato Schuster. Un comunicato con il quale la società annuncia di voler ricorrere in appello contro la decisione del giudice civile e sottolinea che non c’è stata alcuna intenzione discriminatoria nel comportamento della società.

«Toxon precisa - si legge nella nota - di ritenere ingiusta la decisione secondo la quale è, per il momento, ritenuta responsabile di avere discriminato nel 2016 una persona rifiutandole un alloggio in un proprio studentato. Agirà pertanto in ogni sede competente per fare valere le proprie ragioni. Essendo l’alloggio sito in una residenza universitaria riservata esclusivamente a soggetti iscritti a un percorso di studi, la camera è stata offerta alla richiedente, anche oltre il tempo massimo previsto, alla sola condizione che rivestisse la qualifica di studente, come tutti gli altri ospiti della struttura, o di studente-lavoratore. Avendo la persona deciso, dopo un periodo di incertezza da lei stessa dichiarato davanti al giudice, di non iscriversi ad alcun corso di studi, Toxon si è trovata nella situazione di non poterla accogliere nello studentato ma le ha comunque offerto in locazione un appartamento in un proprio immobile del centro storico, proposta rifiutata. Si precisa, come provato dinanzi al giudice, che la società aveva precedentemente già negato l’alloggio nello studentato a richiedenti che non fossero studenti o studenti lavoratori. Non vi era quindi alcuna intenzione discriminatoria nel comportamento della società». Dunque Toxon rifiuta di essere definita come una società che discrimina. Come spiega anche l’avvocato Andrea Radice che sottolinea che ci sia stata sempre assoluta buonafede da parte della società. E che l’unico problema in questa vicenda era legato al fatto che Andrea non fosse uno studente universitario. A dimostrare questo il fatto che la stanza era stata bloccata per 10 giorni per dare la possibilità al cliente (possibilità che lo stesso avrebbe valutato) di iscriversi ad un corso. E poi era stato proposto - con una spesa uguale - un appartamento al posto di una stanza in un residence. Dedicato, come sottolineano, agli universitari.













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